Lamberto Rossi Associati - Campus Università di Bologna a Forlì
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Campus Università di Bologna a Forlì

Lamberto Rossi Associati

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Lamberto Rossi Associati
A Forlì un Green Campus a consumo di suolo 0
il Nuovo Polo dell’Università di Bologna

A Forlì si sta completando uno tra i più innovativi campus universitari: intervento esemplare di rigenerazione urbana senza consumo di suolo.
E’ il nuovo polo dell’Università di Bologna nato dalla riconversione dell’ex ospedale, un complesso a padiglioni del primo novecento in un’area di 9 ettari, al limite del centro storico.
Deriva da un Accordo di Programma tra Ministero, Università di Bologna, Comune di Forlì in base al quale il Comune ha concesso area e immobili.
E’ il risultato del concorso internazionale in 2 Fasi vinto, nel 2000, dal team di architetti guidato da Lamberto Rossi con Massimo Galletta, Roberto Lazzarini, Marco Tarabella e Polo Zilli.

Sfruttando la posizione dell’ex ospedale, divenuta baricentrica rispetto all’attuale organismo urbano, il campus è concepito come un ponte tra centro storico e città contemporanea, tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro di Folì.
Nella sua configurazione originale, l’ospedale era un recinto chiuso, aperto solo verso il centro storico.
La struttura urbana attuale richiede invece che divenga “passante” per rilegare le due parti della città. Dunque tre obiettivi apparentemente contraddittori: da un lato farne elemento di collegamento tra parti di città; dall’altro salvaguardarne l’impianto “chiuso” di ospedale modello e, nel contempo, connotarne la trasformazione in campus.
Ma mentre l’impianto a padiglioni del 1914 era ancora leggibile, così come le addizioni coerenti degli anni ’30; le tante aggiunte dal dopoguerra avevano completamente snaturato l’organismo edilizio.
Il progetto realizza una grande operazione di rigenerazione urbana che compenetra, da un lato, il restauro dell’impianto a padiglioni con corpi raccordati da giunti trasparenti (chiusi nel tempo per esigenze funzionali), dall’altro la sostituzione di tutti i padiglioni incoerenti.
Restauro e nuova edificazione convivono sottostando ad alcuni assunti-guida di scala urbana: il ripristino dell’impianto cardo-decumanico originario reso “passante”; la restituzione del Parco alla città come elemento di connessione nelle due direttrici; la riconquista del piano seminterrato come spazio “pubblico”; la reinterpretazione dei “giunti vetrati” come ponte/raccordo tra padiglioni.
Il risultato: una “promenade urbane” di 250 metri composta da padiglioni restaurati e nuovi in un parco lussureggiante che “apre” alla città questo settore urbano prima chiuso in se stesso, spesso vissuto dai forlivesi come luogo di sofferenza.
Un campus unico in Italia in quanto unisce al carattere anglosassone del parco – 5 ettari e 400 essenze arboree – la funzione storica delle grandi università italiane e mitteleuropee: essere luoghi “permeabili” fortemente integrati nella città.
E’ anche un esempio di come riconvertire grandi attrezzature dismesse specie quelle che sono parte di quell’apparato di edifici realizzato dopo l’Unità d’Italia come testimonianza della volontà di uno stato nascente di autorappresentarsi. Un apparato cospicuo, localizzato spesso nella fascia più esterna dei centri storici, in quella corona circolare che è chiamata a svolgere una fondamentale funzione nel processo di “riaggancio” delle aree periferiche.

A Forlì il risultato di questo processo di rigenerazione urbana è un luogo visionario, esuberante, con una forte connotazione contemporanea.
Realizzato a partire dal 2003, in più fasi, ha visto il completamento, nell’ottobre 2014, dell’elemento più ambizioso - il nuovo teaching hub - composto dai tre corpi delle aule e dal “trefolo”, la spina dorsale del sistema: una lunga galleria urbana leggera e trasparente aperta verso il parco. Tre “percorsi intrecciati” di 6x3,5 m in cemento armato, rivestiti da 4.600 mq di lastre di acciaio, partono dalle tre quote dell’impianto storico e, intersecandosi, definiscono uno spazio mutevole in altezza e in larghezza: il mall.
I percorsi accolgono gli spazi studio singoli e di gruppo (470 posti) per studenti, ricercatori e docenti.
La metafora del trefolo evoca l’essenza stessa dell’università: così come le funi si rafforzano perché formate dall’intreccio dei cavi, così le tre funzioni primarie dell’università - didattica, ricerca, alta formazione - si arricchiscono quando interagiscono tra loro (e con la città) generando luoghi anti-gerarchici, stimolanti, di scambio culturale, scientifico e tecnologico, di confronto interdisciplinare, di commistione tra studenti, docenti, ricercatori e cittadini. Un’interazione troppe volte trascurata negli atenei italiani, fondamentale per favorire un processo di crescita individuale e collettiva.
La geometria irregolare del lungo mall pedonale urbano, la forte permeabilità visiva e fisica con il parco, il sistema di illuminazione che si estende agli spazi esterni e il frangisole di rivestimento dei blocchi aula (23 km lineari in materiale di riciclo) che al contrario entra nello spazio interno, diluiscono il confine tra interno ed esterno, tra spazio collettivo e individuale. L’intero organismo è immerso nel parco che, abbattuto il recinto ospedaliero, entra finalmente a far parte del tessuto urbano. Il gioco di rifrazioni del rivestimento in acciaio moltiplica la già forte presenza degli alberi registrando l’alternarsi delle stagioni.
Un organismo costruito non per sorprendere ma per incuriosire, un social network urbano, un’agorà universitaria progettata per stimolare senso e sensibilità, senza consumo di nuovo territorio.

I NUMERI
Area totale: circa 9 Ha di cui 3,2 di Parco Pubblico e 1,8 di Corti Universitarie; Volume ridotto da 247.000 mc (ospedale) a 238.000 (configurazione finale); 1.270 ml di nuovo percorsi urbani ciclo-pedonali; 2.000 mq di riduzione del consumo di suolo; incremento della superficie permeabile del parco.
In totale ad oggi: 22.600 mq di S.l.p. di interventi di recupero e 13.300 mq di nuova costruzione.
Costo delle 2 Fasi: 28 milioni di €

Credits

 Forlì
 Italia
 Comune di Forlì, Università degli studi di Bologna, Ser. In. Ar. Soc. Cons. pA
 09/2014
 13300 mq
 Lamberto Rossi Associati - LRA
 Lamberto Rossi, Massimo Galletta, Roberto Lazzarini, Marco Tarabella, Polo Zilli
 Conscoop, CCM, C.E.A.R.
 Giancarlo De Carlo (sistemi universitari); Giovanna Longhi con Angela Mosciarelli (paesaggio); Emilio Greppi (rilievo); Claudio Dolcini con Angelo Miretta (strutture); Proges Engineering Srl (strutture), Manens-Tifs spa (impianti) Bruno Versari e Claudio Orlati (direzione operativa impianti); Studio Tecnico Rivizzigno (impianti); Cogest Srl (direzione lavori); Carlo Carli/Nier Ingegneria Spa (sicurezza); Massimo Amadio (antincendio); Alessandro Placci (acustica); BC Building Consulting Srl (computi e contabilità).
 Steel Pool Cantieri (rivestimenti metallici), PCR (frangisole), iGuzzini (illuminotecnica), Tecnical's - Ninz (porte), Stylcasa (controsoffitti), Faraone (parapetti), Kone (elevatori), Coltlite (sistemi di ventilazione), Artigo (pavimentazioni)
 Moreno Maggi

Curriculum

LAMBERTO ROSSI, (Lucca, 1954) si laurea a Roma (1977) con Quaroni. Nel 1978-83 è con Giancarlo De Carlo. Dopo il Laboratorio di Otranto con Renzo Piano fonda quelli di Cervia, Fusignano (2° Premio 1^ Biennale Spazio Pubblico a Roma), Cremona, Ponte Lambro, Savignano, Molise. Coordina la Commissione Veronesi/ Piano per un nuovo modello di ospedale (2000). Espone a Roma (2000) Ravenna (2004) Biennali Venezia 2012/16. Redattore di "Spazio e Società"; autore di: Istruzioni di Recupero Ambientale e Giancarlo De Carlo, Architetture. Partecipa al G124 il gruppo creato da Renzo Piano.
MARCO TARABELLA, (Latina, 1968) si laurea a Roma (1996) con Bordini. Co-fondatore del gruppo OSA (1994), partecipa a concorsi sull’ambiente urbano. Segnalato a “La città del terzo millennio”, Biennale Venezia 2000. Per SAMAN realizza Comunità per il recupero da dipendenze.

http://www.lr-a.eu/


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