All’interno di un complesso industriale risalente ai primi anni del 1900, si propone l’inserimento di un edificio destinato a rappresentare un punto di rottura con il contesto circostante, al fine di rivalutare, mediante l’innesto di un nuovo contenitore residenziale, un’area attualmente abbandonata a se stessa. Si tratta di una zona molto eterogenea, che racchiude costruzioni che da un lato hanno mantenuto le caratteristiche architettoniche dell’epoca e dall’altro risultano drasticamente trasformate, presentando allo stato attuale intromissioni stilistiche e considerevoli trasformazioni degli elementi originari.
Tra fabbricati di uno o due livelli fuori terra, realizzati prevalentemente in mattoni e pietra lavica, affiancati da alte ciminiere ormai in disuso, una volta utili alla dispersioni dei fumi provenienti dalle antiche fornaci di raffinazione dello zolfo, si eleva un edificato a più piani, che sovrastando i vicini stabili, si innalza sopra i vecchi tetti a tegole a guardare il mare.
L’attuale palazzetto in muratura, rappresentativo di un’architettura comune ai primi anni del Novecento, residenza della piccola borghesia imprenditoriale della zona, viene sostituito da un volume pieno derivante dalla ideale sovrapposizione e dall’ accostamento di vecchie case terrane. Ne deriva un corpo di fabbrica compatto che, una volta trafitto verticalmente da ipotetiche ciminiere che lasciano l’impronta sui lati, si alleggerisce dando origine ai giochi d’ombra di rientranze e sporgenze volumetriche. Alcuni tratti di cucitura e lo svuotamento volumetrico in alcuni punti definisce infine la nuova entità del nuovo blocco residenziale. Un corpo moderno, dotato di grandi aperture sui fronti, caratterizzati da materiali naturali quali il cocciopesto e il legno, nel rispetto dei recenti canoni della bioarchitettura, si impone come un segno profondo nel tessuto urbano esistente. I prospetti, dove risulta adeguatamente bilanciato il rapporto pieni-vuoti, si impreziosiscono mediante l’immissione, su terrazze e ballatoi, di vasconi da cui crescono linee di verde pensile.
La costruzione, la cui struttura portante è prevista intelaiata a pilastri e travi su maglia pressochè regolare, è costituita da due piani interrati destinati ad autorimessa e da cinque livelli fuori terra che accolgono diversi moduli abitativi di varie dimensioni, distinti tra monovani, bivani e trivani, collegati fra loro mediante un vano scala centrale fornito di impianto elevatore che conduce direttamente alla terrazza condominiale dove trovano posto gli spazi comuni a servizio delle abitazioni. Una piscina rettangolare totalmente a cielo aperto consente agli utenti del complesso di usufruire di una vista mare in pieno relax.
Sulla scia del fabbricato residenziale anche il capannone adiacente subisce un restyling innovativo: una volta demolito e successivamente ricostruito con la sagoma originaria e sulla stessa area di sedime, il nuovo corpo destinato a magazzino si riveste di una nuova pelle, devoluta a nascondere l’originaria tipologia di copertura a doppia falda, che in tale occasione viene impreziosita da un taglio centrale per l’ingresso zenitale della luce naturale.
Catania
Italia
PRIVATO
1600 mq
ARCH. SALVATORE PULEO
ARCH. CATANESE ANGELA - ING. CARUSO NANCY - ING. GULINO CLAUDIA - ING. DI BELLA SIMONE
Curriculum
Architetto catanese firma numerosi progetti nell'Isola e oltre lo Stretto. Considera il concetto di design il giusto equilibrio tra artigianato e ricerca dei materiali. Come ogni uomo del sud guarda al passato e a ciò che ha sotto i piedi, per disegnare il futuro. Ricercatore di nuove forme, durante la progettazione rielabora e rinnova l'idea di partenza alla ricerca d'una forma di perfezione quasi assoluta. Elemento indispensabile è lo studio della luce, che è essa stessa architettura: dona il colore, crea le forme, segna gli spazi, definisce i vuoti tramite le ombre, così come il giorno insieme alla notte segnano lo svolgimento della vita quotidiana. Alla continua ricerca del bello, ritiene sia giusto desiderare di vivere in ambienti gradevoli alla vista e all'animo, poiché lo spazio è il contenitore della vita di ciascuno. La tanto ambita bellezza non sta soltanto in ciò che si vede ma in ciò che si sente: è benessere interiore, è piacevolezza dell'essere, è sinergia tra gli eventi.