Roberto Mascazzini Architetto | GinoGuarnieri Architects - sei unità
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sei unità

Roberto Mascazzini Architetto | GinoGuarnieri Architects

Renovation  /  Completed
Roberto Mascazzini Architetto | GinoGuarnieri Architects
ABSTRACT
Un involucro imprevisto per un nuovo edificio che sostituisce il precedente (un fienile ormai
al collasso) nello stesso luogo, con la stessa dimensione, forma e materiale ricomposto
all’esterno.

RELAZIONE GENERALE
E’ possibile immaginare un’architettura che, pur integrandosi nello stratificato contesto
storico, evitando ulteriore consumo di suolo, conservando modi d’uso e sinergie, possa
collocarsi a pieno titolo nel suo tempo ed essere espressione di contemporaneità?
E’ più rispettoso della storia e dei luoghi un edificio che imiti tipologia e stilemi
architettonici, utilizzando tecniche e materiali “lucenti”, oppure riutilizzare anche in modo
imprevedibile parti che lì erano e lì rimangono?
Abbiamo allora lavorato sull’involucro, immaginato che parte dei materiali di risulta
provenienti dalle demolizioni, il mattone pieno delle murature ed i ciottoli di porfido di
alcune pavimentazioni, potessero avere nuova vita, in modo da racchiudere il nuovo
manufatto entro un involucro “storico”. L’edificio nello stesso luogo, con la stessa
dimensione e forma ed anche lo stesso materiale, ricomposto all’esterno.
Il lotto oggetto dell’intervento è collocato ai margini di un borgo di antica formazione rurale,
ormai inglobato nella periferia di Sesto San Giovanni.
L’insediamento si presenta oggi con una morfologia molto complessa, edifici di differenti
tipologie raccolti in successioni di corti collegate da androni e passaggi coperti e, tutto
intorno, i quartieri residenziali edificati a partire dagli anni 70 densamente popolati e le
grandi infrastrutture viarie. La campagna a cui l’antico borgo apparteneva non esiste più,
così come le attività che nel passato si svolgevano al suo interno.
Regolamenti e severe prescrizioni edilizie stabiliscono sedime e dimensione, imponendo
morfologia e rapporto con il costruito.
L’azione progettuale che ne consegue, sempre in bilico sul filo che unisce qualità
architettonica e profitto immobiliare, consiste nello stabilire una certa continuità di relazioni
con il precedente manufatto (un fienile al totale collasso), con i volumi e le corti dell’antico
borgo.
Questo attraverso il mantenimento di forma e dimensioni della preesistenza (stabilito sì
dalla normativa, ma ora sfruttato interamente a favore del progetto) e il recupero di parte
dei materiali edili che lo costituivano.
Il materiale frantumato e contenuto in uno spessore di pochi centimetri, trattenuto da una
rete metallica in acciaio corten ed uniformemente distribuito in copertura e pareti,
costituisce quindi una sorta di “eredità” estetica e costruttiva, nonostante la trasformazione
a cui è stato sottoposto.
Il volume che ne deriva è compatto, pressoché monomaterico, suddiviso in simmetriche
campiture in rame aggraffato nelle quali sono ricavate tutte le aperture degli alloggi, sei
unità in linea distribuite su tre livelli.
Le aperture non compromettono l’integrità e la forza dell’edificio, sono celate da schermi
oscuranti che si aprono meccanicamente e fungono anche da riparo contro sole e pioggia.
Le fasce proseguono sino alla linea di gronda risvoltando parzialmente sulla falda,
integrando le aperture zenitali.
La particolare tecnica costruttiva ha permesso l’eliminazione degli usuali elementi
costruttivi: canali, pluviali, davanzali, coprifili, imposte, conferendo semplicità costruttiva e
salvaguardando la pulizia formale.
L’eredità dei materiali riciclati è ora parte integrante di un involucro orientato
all’abbattimento dei consumi energetici, attraverso materiali performanti, intercapedine
aerata e soprattutto la formazione di una “massa” che rallenti quanto più possibile il
riscaldamento degli ambienti interni nella stagione estiva e che conservi quanto più calore
possibile in quella invernale.
Tecnica costruttiva e materiali impiegati eliminano sostanzialmente gli interventi legati alla
manutenzione dell’involucro edilizio. Lo strato frantumato protegge dai raggi solari il
rivestimento continuo e ventilato in alluminio, aumentando notevolmente la già
considerevole durata nel tempo, paragonabile a quella del rame aggraffato che riveste il
sistema degli oscuranti.

Superficie e profondità in architettura – una riflessione
Cosa dà forma all’architettura?
E’ la superficie che la racchiude o piuttosto l’idea di uno spazio in cui alle tre usuali
dimensioni geometriche si aggiunge una sorta di quarta dimensione, il tempo, proprio il
tempo permette infatti l’esperienza reale, vera e concreta dell’abitare i luoghi: le nostre
case, le città, i paesaggi.
L’esperienza di Sesto, il cui sostanziale tema progettuale sta racchiuso in pochi centimetri
di spessore ci ha portato a riflettere ed interrogarci sulla questione, ci pare possa
confermare come in architettura superficie e profondità siano elementi complementari ed
indivisibili, in un sistema di costanti rimandi; evitando di scivolare sulla superficie delle
cose ed approfondendo le nostre azioni nello spazio, nel tempo, nell’ambiente.

Credits

 Sesto San Giovanni
 Confidential
 12/2015
 900 mq
 Gino Guarnieri - Roberto Mascazzini
 Gino Guarnieri - Roberto Mascazzini
 Jacopo Agnolazza, Luca Gobetti, Matteo Polesso, Valentina Sonzogni, Davide Tricoli, Marco Zanini
 Simone Bossi

Curriculum

GINO GUARNIERI
Si laurea presso il Politecnico di Milano con Vittoriano Viganò nel 1991. Progetta diversi
interventi in area lombarda, confrontandosi con l’edilizia unifamiliare e la residenza collettiva.
Affianca da subito l’attività di progettazione con la ricerca, in particolare rivolta all’edilizia
residenziale alla conduzione per proprio conto di società di costruzioni.
Nel 2003 costituisce GinoGuarnieriArchitects, studio d’architettura in Milano; collabora con
architetti, artisti e designer occupandosi di alcuni progetti di nuova edificazione e di
ristrutturazione nei centri storici.

ROBERTO MASCAZZINI
Si laurea alla facoltà di Architettura di Milano, è per un decennio Cultore della Materia presso
la Cattedra tenuta da Vittoriano Viagnò con cui collabora anche nell’attività di studio. E’ tutor del laboratorio tematico Costruire Naturale presso il Politecnico di Milano, lavorando
con gli studenti sul tema della riqualificazione degli edifici carcerari.

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