Team di progettazione: Massimiliano Camoletto
Collaboratori: Davide Salvatico, Mauro Camagna ( primo intervento progettuale 2003 ), Alessandro Bausola ( secondo intervento 2015)
Collaboratori in fase di realizzazione: Ing. Modesto Bertotti (strutture)
Fotografo: Luisa Porta
Recupero di uno spazio industriale di inizio secolo ad uso magazzino, per una superficie complessiva di 500 mq e 250 mq. di terrazzi. Struttura portante esistente mista in mattoni pieni e pietra (parte ottocentesca) e cemento armato (parte novecentesca). Solai interamente in c.a. a vista. Partizioni interne in muratura e vetro grigio stratificato con film bianco. Arredi fissi e porte in multistrato di betulla rivestito in alluminio anodizzato. Altre porte e cucina interamente realizzate su disegno in MDF laccato bianco. Soppalco in struttura metallica e tavolato in multistrato di betulla fenolica non trattata. Pavimentazione del soggiorno in cemento finito a cera. Pavimentazione zona notte in parquet a listello industriale di Wengé e Rovere. Pavimenti e rivestimenti esterni in doghe di Ipé non trattato montate su struttura in acciaio inox. Pavimentazione del tetto in sassi di fiume. Muri e fioriere esterne in cemento armato a vista.
Situazione:
Interno cortile di un isolato di fine Ottocento in centro città. L’appartamento “addossato su un muro di confine“ occupa una vecchia area adibita a magazzino nel palazzo sede storica dell’Associazione Farmacisti. Il quartiere è quello di San Salvario, noto in Italia come importante esempio di integrazione tra popolazione locale e quella immigrata dall’Africa centro occidentale. L’intervento di ristrutturazione interna è stato coordinato e reso contestuale a quello in corso sull’intero isolato.
Tema:
Realizzazione di una dimora per una giovane coppia partecipe delle dinamiche socio culturali della scena under-ground musicale contemporanea e attiva nel settore della moda d’avanguardia internazionale.
Progetto:
Inserito in un contesto urbano molto particolare, il progetto nasce dalla precisa richiesta del cliente di godere di uno spazio abitativo fortemente differenziato nei due momenti della vita privata: quella riservata e quella aperta agli amici. La preesistenza offriva le caratteristiche per assolvere al bisogno in modo rigoroso: la zona living, un unico spazio di 25 x 7 metri, è stata semplicemente ripulita da intonaci ed elementi incongrui, riportando il lungo muro (irregolare in mattoni e pietra) e il soffitto (a travi ribassate in cemento armato) al loro stato originale. Unici oggetti il blocco cucina isolato e due volumi di servizio, il tavolo, le sedie e il divano. Frammenti di vita legati virtualmente da un corpo di luce artificiale in alluminio lungo 25 metri contenente più di 5000 long playing collezionati dai committenti: la musica è il vero unico protagonista dello spazio insieme alle immagini proiettate sulla parete di fondo. Immaterialità e memoria, emozioni e ricordi plasmano un’architettura sospesa e rigorosa. Un lungo muro bianco a forte spessore, trasformazione di un vecchio muro perimetrale in un ritmo regolare di vuoti e pieni, separa lo spazio a giorno dalla zona notte, celata dietro tre grandi vetrate scure. In antitesi con il living, vuoto ed essenziale, gli spazi privati sono generati dalla intersezione di porzioni di setti paralleli in muratura e altri, ad essi perpendicolari, in vetro opaco, concepiti come setti di luce naturale. Lo spazio centrale di questa zona è soppalcato mentre verso il perimetro esterno esso è lasciato libero nella sua altezza originale di oltre quattro metri. Tutti gli ambienti di servizio così come gli arredi, le luci, gli elettrodomestici ed ogni altro oggetto correlato ai diversi momenti della vita in casa, sono occultati, accessibili solo volontariamente attraverso un percorso-labirinto che lascia visibile solo il letto piattaforma e la vasca a conca, emblemi della vita più intima. La luce naturale è elemento conduttore degli spazi: attraverso lucernari e grandi serramenti scorrevoli che aprono sul patio ed il terrazzo superiore. L’articolazione degli spazi esterni è altrettanto importante quanto quella interna. Il tetto stesso, piano, è raggiungibile dal terrazzo e diviene una ulteriore espansione della casa. Esso è racchiuso su due lati da cortine di bamboo, mentre il terzo ha una vasca continua che ospita un orto di piante aromatiche ed il quarto mette in comunicazione, attraverso una lunga panca in legno, con il giardino della proprietà adiacente coltivato a graminacee e sedum, senza barriere di confine.
Torino
Confidential
10/2015
825 m2
Massimiliano Camoletto
Davide Salvatico, Mauro Camagna, Alessandro Bausola,
Ing. Modesto Bertotti
Luisa Porta
Curriculum
Fondato a Torino nel 1992 da Valter Camagna, Massimiliano Camoletto e Andrea Marcante. I progetti di UdA sono stati definiti dalla critica come esempi di una architettura sofisticata con una specifica attenzione alla percezione sensoriale, ai materiali e alla luce. Una sofisticatezza non fine a sé stessa, ma cifra della complessità delle relazioni tra l’uomo e lo spazio che lo circonda. Questo tema unitamente all’interesse per le contaminazioni con le altre forme di espressione creativa, alla comunicazione visiva, nonché allo spaziare con i lavori dall’interior design all’architettura, ha condotto UdA a concepire i propri progetti nell’ottica della trasformazione del concetto di spazio cartesiano nel suo omologo emotivo-sensoriale di territorio, paesaggio. Pubblicazioni e riconoscimenti di numerosi progetti hanno stimolando sempre più lo studio a procedere lungo la strada di una architettura che ricomprenda emozione e ragione nello spirito di una rinnovata sensibilità dell’Uomo.