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Zash Country Boutique Hotel

Studio Archline

Zash Country Boutique Hotel
Scritto da Francesco Pagliari -
Il progetto opera la trasformazione di un edificio dai caratteri storici in una struttura alberghiera ad elevate qualità d’accoglienza: attenzione ed essenzialità nella misurata rielaborazione degli ambienti antichi, con un atteggiamento che unisce al recupero degli spazi ed al restauro di materiali e strutture l’ideazione di un intervento contemporaneo equilibrato, evidente ma non invadente, con aggiunte d’architettura significative e valorizzanti.
In provincia di Catania, a Riposto, lo Zash Hotel si fonda su una posizione paesaggistica che può abbinare lo sguardo verso il mar Jonio con quello verso l’Etna, in una zona un tempo coltivata a vigneti ed ora caratterizzata dagli agrumeti. Nell’edificio storico, una funzione abitativa temporanea - aulicamente espressa nella dotazione di stanze ampie e di notevole altezza e con una certa intensità decorativa, in un compatto volume - si stringe alle attrezzature per la conduzione di un fondo agricolo: la zona a piano terreno, elemento storico rilevante, era destinata alla produzione vinicola, in ambienti rustici con volte e murature poderose, in pietra lavica, luogo in cui la permanenza dell’antica pressa per le vinacce funge da catalizzatore d’interesse. Il progetto prende spunto dai nodi funzionali preesistenti e procede alla separazione degli ambienti, calibrando l’intervento per assecondare valori architettonici e farli risaltare nella nuova funzione alberghiera. Poche stanze, intessute di scelte qualitative orientate ad una visione che modula in un dialogo costante la coesistenza intelligente d’antico e contemporaneo. Quattro stanze al primo piano, alti ambienti con finestroni ad infissi in legno di castagno, conservano i tratti dell’eleganza antica che si muta nella caratura contemporanea. II concetto fondamentale è di orientarsi ad indicare una direzione prioritaria verso la spettacolarità del paesaggio, accogliendo l’ospite in un ambito stilizzato e chiaro. Purezza compositiva dell’arredo di disegno specifico, che si appaia alla tonalità chiara e lucente delle pareti e degli infissi; materiali che compongono con sottili variazioni una gamma cromatica e di finitura nelle superfici: pavimenti in rovere, inserti in pietra lavica che rivestono delimitati settori nelle stanze (il camino nella grande suite, porzioni dei servizi igienici). A piano terreno, il progetto affina il restauro delle strutture murarie, che mostrano pietra lavica a vista, a scabra e porosa superficie: il binomio antico e contemporaneo diviene caratterizzante nella propria duplice evidenza, fra strutture conservate ed inserimento di funzioni ed ambienti. Da un lato dell’edificio, si collocano le tre stanze a piano terreno, che vengono concepite come volumi “bianchi”, quasi abbacinanti, con pavimenti in resina bianca ed arredo coordinato, a contrastare con le pareti in pietra lavica conglobate nelle stanze; dall’altro lato, gli ambienti comuni, collocati nella zona d’antica produzione vinicola, in cui la pietra lavica ottiene un ruolo di protagonista, visivo e materico: l’arredo per il ristorante, il bar, le sale per riposo, conversazione o riunione è un accompagnamento che soggiace all’espressività della pietra e della pressa per le vinacce, complicato meccanismo tecnico in legno che segna lo spazio. L’ampliamento sul prospetto nord dell’edificio segue la logica di una contiguità che si differenzia con leggerezza: due stanze in un unico blocco volumetrico che accentua i valori di trasparenza e chiarezza formale degli ambienti. Le grandi pareti vetrate a tutt’altezza, con tende interne a rullo, formano uno spazio che si dilata all’esterno e lo congloba, fra agrumeto e porzioni erbose: l’estensione al giardino si contrappone all’identità del volume e degli interni che si conformano a coloritura “grigio-lavica”, amplificata dagli inserimenti di lastre in pietra lavica per i rivestimenti nei servizi igienici e per la testiera dei letti.
Lo Zash Country Boutique Hotel ha ricevuto il primo premio al concorso internazionale d’architettura alberghiera PIDA (Premio Internazionale Ischia d’Architettura), nell’edizione 2013.

Francesco Pagliari

Luogo: Giarre, Catania
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2011
Superficie Costruita: 510 m2
Architetti: Architetto Antonio Iraci e Carla Maugeri
Direzione Lavori: Architetto Antonio Iraci e Carla Maugeri
Progettazione Strutturale: Studio Archline
Design Team: Concetto Pidatella, Mario Renda, Serena Vivirito, Salvatore Terranova
Impresa di Costruzione: Sciacca

Fornitori 
Verde: Piante Faro
Illuminazione: Viabizzuno, Flos, Davide Groppi
Sanitari: Newform, Gessi, Glass
Arredamento: Living Divani, Kartell

Serramenti: Sicilcima - Schüco

Fotografie: © Alfio Garozzo

Studio Archline
Lo studio si occupa di edilizia residenziale privata, opere commerciali, industriali e pubbliche, strutture ricettive e di design industriale, gestendo in maniera completa il processo di creazione, dall’ideazione al cantiere. Nel corso della sua attività ha realizzato architetture a piccola ed a grande scala, indirizzando le scelte compositive verso un forte scostamento figurativo dall’esistente e conducendo la sperimentazione di una concezione estetica segnata da puro minimalismo. All’inizio di ogni processo creativo vengono generalmente dedotte dal tessuto urbano le linee guida per la composizione planimetrica e da una serie di arretramenti dai fili stradali e svuotamenti in alzato, la forma architettonica. All’essenzialità di questi due gesti compositivi si aggiunge il ricorso ad altrettanti elementi del linguaggio contemporaneo, l’uso della piegatura, dell’incastro di volumi, aggetti, vuoti e pieni, chiaroscuri, masse e trasparenze. L’uso di differenti pelli esterne contribuisce poi alla percezione del progetto come innesto tra blocchi monolitici. Un mondo geometrico dove le curve sono al massimo un obbligo generato dal luogo, le superfici sono il più possibile trasparenti, gli spazi si riducono ad incastri di linee, interno ed esterno sono parte di uno stesso continuum, prolungando gli ambienti all’aperto. Al momento lo studio è impegnato nello sviluppo e nella realizzazione di unità abitative residenziali in Sicilia, Puglia, Lombardia, Veneto e Serbia.
Antonio Iraci
Nasce a Misterbianco l’11 Aprile 1961. Si laurea presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria nel 1988, con il massimo dei voti. Fonda lo studio Archline nel Gennaio del 1989 con l’intento di aprire un laboratorio di architettura che utilizzi le occasioni progettuali quale ambito di ricerca e sperimentazione.
Carla Maugeri
Nasce a Catania l’11 Giugno 1978, si laurea presso la Facoltà di Architettura di Siracusa, collaborando attivamente alla ricerca di un design personalizzato sulla base di un’attenta conoscenza del dettaglio architettonico.

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