Novacella è una piccola località che fa parte del comune di Varna (BZ). Una delle perle della zona è l’Abbazia, luogo dal sapore mistico e suggestivo: fondato nel 1142 dal vescovo di Bressanone Hartmann, il complesso monastico ospita oggi i Canonici Regolari che vivono secondo la regola di S. Agostino. Pochi metri sopra al vitigno del monastero sorge un vecchio maso, proprietà di una famiglia di viticoltori locali, che è stato recentemente interessato da un intervento di ristrutturazione e ampliamento. La villa si integra profondamente nel paesaggio della vallata alpina: costruita in contiguità ad un maso tradizionale permette di evidenziare la stretta relazione che si compone fra l’edificio ed il terreno, in un paesaggio che si costituisce di vitigni, di edifici esistenti, di terrazzamenti e declivi, assecondando la presenza antropica in colloquio con la natura della catena alpina. Riferimenti immediati sono le variazioni di quota del terreno, che si propongono come un elemento rilevante, assunto fondamentale del progetto. La villa aderisce al declivio con la parete a nord e si protende con i suoi due piani fuori terra in un volume articolato, ricco di intrecci e frammentato, divenendo una parte integrante dell’ambiente che si trasforma attraverso un’evoluzione organicamente creativa. Una costruzione che nasce dalla terra: lo studio della topografia del terreno, con i suoi dislivelli e declivi, ha plasmato le forme dell’edificio, per cui la costruzione non insiste come un indifferente blocco monolitico sul terreno, ma si appoggia plasticamente su di esso, lasciandosi modellare in una corrispondenza biunivoca tra architettura e paesaggio. Due volumi concorrono alla definizione della composizione e si incontrano a creare una corte interna: un regolare parallelepipedo rivestito in pietra naturale e un volume poliedrico, movimentato da superfici inclinate, terrazze e finestrature, che presenta un rivestimento in cemento grezzo. Gli interni ripropongono un elegante stile brutalista, con superfici in calcestruzzo a vista, cui sono accostate partizioni e rivestimenti in legno, il quale assolve anche a funzione strutturale. Anche gli interni sono condizionati dall’avere seguito la topografia del terreno: l’accesso dal piano superiore rivela ambienti che si sviluppano su diverse quote e si aprono verso il paesaggio con un gradiente ben calibrato. La relazione con l’esterno è differente da stanza a stanza: alcuni ambienti presentano piccole aperture che altrove diventano ampie finestre di accesso a terrazze; l’intimità e la clausura della corte interna si trasformano nella maestosità del giardino aperto, dotato di una terrazza e di una piscina nascosta tra le viti. Non si legge nella composizione una regola precisa: è un gioco di altezze, viste e volumi che dilata e contrae lo spazio, le aperture, la relazione con l’esterno; un avanzamento graduale verso il panorama che circonda la villa; un’aggiunta alla natura, che completa e rimodella il paesaggio.
Luogo: Strada Val Pusteria, Novacella I, 39040, Varna, (BZ), Italy
Committente: Günther Kerschbaumer
Anno di realizzazione: 2014
Superficie costruita: 510 m²
Architetti: bergmeisterwolf architekten
Design team: Marina Gousia
Consulenti
Progettazione strutturale: Schrentewein & Partner
Sicurezza: Franz Schrott
Impianti Elettrici: Electro Faller
Fornitori
Coperture, Partizioni Interne in Cemento: Oberegger
Isolanti: Foamglas
Luci: Halothech Lichtfabrik
Sanitari: Agape
Porte e Finestre: Wolf Artec
Coperture, Partizioni Interne in Legno: Lignoalp
Arredi, Porte e Finestre: barth Innenausbau
Rubinetteria: Ceadesign
Fotografie: © Gustav Willeit, © Jürgen Eheim
bergmeisterwolf architekten
Per lo studio bergmeisterwolf architekten, l’architettura è un processo di sviluppo, è indagare, percorrere nuovi cammini, sperimentare. Lavorare col paesaggio ricercando un’integrazione, sia nella materialità, sia nella proporzione. Si tratta di recepire, di comprendere dalle immagini, i loro impatti e cromatismi. Questo processo parte dal contesto e viene condizionato culturalmente: “non si deve costruire in un luogo, ma si deve costruire il luogo”.
I progetti sono visti come un susseguirsi di tensioni positive tra costruttori e architetti che generano un approccio informale allo spazio, ai materiali, al colore. Il fare architettura dello studio spesso scaturisce da semplici esperienze. La semplicità al primo incontro dà sempre la sensazione di qualcosa di già conosciuto, di già esistente, le cui energie non sono in conflitto tra loro. Obiettivo dello studio è quindi trovare queste sinergie.
Gerd Bergmeister e Michaela Wolf hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, vinto numerosi concorsi e avuto un ruolo importante in molti workshop. Ambedue sono stati invitati a tenere conferenze in Italia e in Europa, spesso hanno fatto parte di giurie e sono presenti in un numero notevole di pubblicazioni.