Allied Architects crea un’esclusiva sala per degustazioni nella regione vinicola dell’Oregon
Il periodo di floridità che sta attraversando la viticoltura negli Stati Uniti è senza precedenti. Nel 1976 vi fu grande stupore quando alcuni giudici parigini, durante un assaggio anonimo di vini francesi e californiani, scelsero due prodotti americani. Cinque anni prima, in un lotto di 40 ettari lungo il profilo delle Dundee Hills, la famiglia Sokol Blosser aveva creato una cantina affacciata sulla Willamette Valley, in Oregon. Questo sancì la nascita di una nuova regione vinicola nel piovoso nordovest, una zona che nel tempo ha accresciuto la propria fama, riscuotendo plauso per i suoi Pinot Neri.L’architettura non si è tuttavia evoluta di pari passo. Il turismo del settore è ancora alle prime fasi di sviluppo, mentre i vini di fama mondiale vengono prodotti, esposti e venduti in locali anonimi.
Sokol Blosser costruì qui la prima sala per degustazioni nel 1978. A distanza di 34 anni, la famiglia ha deciso di optare per una struttura più spaziosa, di carattere e in grado di ospitare un numero maggiore di visitatori. A tal fine ha commissionato ad Allied Works il masterplan e il progetto di un nuovo edificio per degustazioni ed eventi.Una sfida stimolante secondo Brad Cloepfil, direttore dello studio. L’architetto, noto per i progetti museali a sua firma, ha aperto un secondo ufficio a New York pur mantenendo la sede originaria nell’Oregon, segno della profonda importanza che dà alle proprie radici: prima di fondare il suo primo studio a Portland egli ha infatti trascorso la propria vita in campagna, lavorando presso la fattoria di famiglia.
In tutto il mondo, le committenze richiedono di reinterpretare le cantine in chiave contemporanea, facendone un simbolo di tradizione e innovazione, di agricoltura e tecnologia, di produzione e ospitalità.In Spagna, prima della recessione, le aziende vinicole, in forte competizione tra loro, si affidavano addirittura ai premi Pritzker per ottenere edifici in grado di ammaliare i visitatori. Al contrario, nell’Oregon, questo stesso desiderio non è emerso né dai clienti né dagli architetti, a conferma dello spirito tranquillo e provinciale del luogo.
Per questo progetto Cloepfil ha attinto dalla propria infanzia, traendo ispirazione dai granai dove veniva ammucchiato il luppolo. “Quelle strutture, essendo costruite in abete e cedro, erano fortemente radicate nel territorio e inoltre erano contraddistinte da gusto estetico e costi ridotti” ricorda l’architetto.“Purtroppo stanno scomparendo troppo in fretta”. Cloepfil descrive la sua architettura come un “solido trasparente”, un blocco in cedro intagliato e scolpito fino a farsi permeabile e offrire un ventaglio di vedute sui vigneti e sui pendii boschivi. Proprio qui, lungo la collina tra la cantina e le viti, Allied Works ha ricavato cinque terrazzamenti dove ha sviluppato un complesso di 660 mq, giardini e aree di parcheggio, il tutto collegato da sentieri incastonati nel verde. Approcciandosi al costruito, si salgono alcuni gradini per poi arrivare a un porticato aperto e a un foyer da cui si accede alle sale degustazioni riservate e non, agli spazi destinati a lezioni di cucina, eventi e ristorazione. Il ristorante, affacciato all’esterno e coperto da un portico, si collega per mezzo di un vano scala alla sala riunioni e al giardino recintato. Le finestre a tutta altezza e un lucernario sviluppato in lunghezza garantiscono, anche in inverno, un ottimo apporto di luce naturale. Da lontano, potrebbe sembrare un vecchio fienile con una copertura verde. All’interno predominano un dinamico gioco di angoli e il calore del legno naturale.
Si tratta del primo edificio moderno degno di nota di tutta la regione, un esempio da seguire per il futuro. “Nonostante l’esiguità del budget, eravamo alla ricerca di un’architettura dalla forma semplice, ma anche di carattere e di profondità, una struttura perfetta per i giochi di luce e ombra”, spiega Cloepfil. “Essendoci temperature rigide per metà dell’anno, era necessario fornire un riparo dalle intemperie pur garantendo un ambiente confortevole e accogliente. Il nostro intento era far sì che il visitatore si sentisse come all’interno di una stanza di grande raffinatezza e materialità, senza però perdere il contatto con il contesto naturale”.
Il complesso è rivestito da doghe in cedro colorato sia all’interno sia all’esterno. Nel primo caso, sono disposte diagonalmente e caratterizzate da una superficie liscia e lavorata finemente; nel secondo, invece, si diversificano in nove tipologie a seconda della larghezza, seguono un orientamento orizzontale e presentano angoli vivi, una scelta destinata ad animare le facciate. Questo contrasto viene rafforzato nei punti di giustapposizione, vale a dire all’entrata e sulla terrazza. L’edificio è stato elaborato via computer dagli architetti, il che ha significato svariate modifiche al progetto finché non è stata trovata la giusta scala. Trattandosi di una costruzione leggera, quindi non legata a una rigida struttura a telaio, potrebbe essere modellata a piacimento.
I carpentieri hanno dovuto sfidare se stessi per raggiungere le precise tolleranze richieste dai test e necessarie a questa geometria angolare. La diversità di spazi e vedute non solo fa apparire la struttura più grande di quanto in realtà sia, ma gratifica tutti i sensi, dando una sensazione di appagamento perfetta per un luogo in cui si celebrano vini di grande qualità. Vengono inoltre raggiunti alti livelli in termini di sostenibilità grazie a una copertura verde, un lucernario incassato e un aggetto lungo la porzione sud. Un impianto fotovoltaico installato sul sito copre il fabbisogno energetico. La sala per degustazioni ha già raggiunto l’obiettivo principale, ovvero raddoppiare il numero di visitatori nei primi mesi di operatività. Michael Brown, direttore marketing, afferma: “È una struttura elegante e sofisticata, che ci consente di offrire un servizio migliore a un numero maggiore di persone rispetto al passato, senza però rinunciare alla sensazione di sentirsi a casa, tipica dell’Oregon”.
Michael Webb