Riqualificazione del villaggio di Chene-Bougeries
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Riqualificazione del villaggio di Chene-Bougeries

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Riqualificazione del villaggio di Chene-Bougeries
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Il progetto riguarda la ri-modellazione e valorizzazione del settore nord di un villaggio, ai margini di Ginevra, su una strada molto trafficata, di collegamento con la Francia. Questo borgo rappresenta un’importante luogo identitario per gli abitanti, in un territorio di ville sparse, con poche occasioni d’incontro né altre vie commerciali. Il patrimonio comunale sul sito è di 6000 m2, corrisponde a circa il 60% della superficie edificata e si trova in stato di degrado e abbandono da oltre 15 anni, alcuni palazzi sono bruciati e altri sono inagibili.
La definizione di questo progetto è il risultato di un processo complesso che ha coinvolto gli abitanti, il comune, il cantone di Ginevra e diverse figure professionali. Il percorso è iniziato nel 2011, con un concorso di studi in parallelo, dove tre squadre, ciascuna composta di architetti, paesaggisti ed ingegneri dei trasporti, hanno dialogato con alcuni membri del consiglio comunale ed una commissione di esperti, per arrivare a scegliere i principali concetti alla base del rinnovo del villaggio. Un percorso condiviso Le prime scelte, largamente condivise, scaturite dal nostro progetto di concorso, furono: - conservare il fronte su strada come luogo identitario forte; - creare uno spazio pubblico d’incontro all’interno dell’isolato; - inserire nuove architetture al posto di quelle degradate. Da qui sono partiti gli studi per rilevare e valutare il patrimonio esistente, analizzare la tipologia e la forma degli edifici, individuare le qualità da mantenere, coinvolgere i proprietari e gli abitanti, immaginare diversi scenari d’uso secondo le funzioni. Grazie a questi approfondimenti l'idea iniziale si è perfezionata, limando gli eccessi del progetto e negoziando compromessi. I risultati di questi studi sono riassunti nel «Plan de Site» - un piano di massima che fissa gli ingombri dei fabbricati, le aree verdi e i passaggi pedonali obbligatori – e nello «Schéma Directeur» – che comprende le linee guida per le nuove costruzioni e il progetto preliminare degli spazi aperti. Una visione d’insieme Il progetto prevede la demolizione degli annessi artigianali, cresciuti caoticamente all’interno dell’isolato, e di alcuni edifici fatiscenti, la ricostruzione di nuovi alloggi collettivi con attività commerciali al piano terreno, la sistemazione del nuovo spazio pubblico all’interno dell’isolato e delle strade adiacenti. Per mantenere l’aspetto paesano del sito e la piccola scala il progetto prevede l’insediamento dei nuovi palazzi sulle stesse parcelle catastali, con altezze simili alle precedenti, ma con accorgimenti distributivi particolari, in grado di aumentarne la fruibilità ed il confort. La volontà di conservare la scala umana è stato un imperativo del progetto fin dall’inizio. L’ingombrante presenza di un grande complesso residenziale degli anni ’70, proprio alle spalle del villaggio, ha determinato la scelta di un volume più grande ed articolato nell’angolo nord-orientale, con una posizione ed una dimensione intermedia. Questo edificio, oltre a raccordare le due diverse scale del tessuto urbano, segnala questo angolo dell’isolato con un volume più rappresentativo, che fa da contrappunto a quelli posti negli altri due vertici. Non sono stati fissati vincoli per le nuove architetture, ma solo principi tipologici e distributivi. Viene rimandata al giudizio delle giurie, dei futuri concorsi di architettura, la ricerca del giusto equilibrio tra caratteri simili o in contrasto rispetto al contesto.
Le linee guida per le costruzioni danno importanti indicazioni per valutare le singole scelte architettoniche mantenendo una visione generale sull’insieme del villaggio. Sono state studiate le potenzialità di ogni singolo edificio e la possibilità di sfruttare i nuovi inserimenti per dotare anche le permanenze delle qualità, spaziali e tecnologiche, oggi richieste (ascensori e scale, efficienza energetica, impianti, spazi comuni, ecc...). Rispetto alle funzioni è stata valutata la predisposizione degli spazi ad usi commerciali, terziari o residenziali, senza imporre vincoli, ma giustificando le scelte più auspicabili per la migliore vivibilità del settore nel suo complesso.
La scelta su quali edifici mantenere è stata concordata con l’ufficio «Patrimoine et Sites» del cantone, che era il promotore del «Plan de Site», considerando il duplice aspetto del valore documentale e del valore d’uso dei manufatti. Per questo alcuni elementi per i quali il piano ammetteva la demolizione, come il vecchio granaio in legno all’interno del lotto, sono stati mantenuti e trasformati nelle linee guida perché adatti ad ospitare attività attrattive ed aggreganti. Un nuovo centro di socialità L’indirizzo prescelto predilige l’alta qualità dello spazio pubblico rispetto alla quantità di superficie edificabile. La superficie liberata al centro dell’isolato è sufficientemente grande da ospitare attività e manifestazioni temporanee, inoltre i fronti muti dei piani terra potranno aprirsi su spazi commerciali passanti, con doppio affaccio. La varietà del sito permetterà un’ampia opportunità di scelta per scoprire il proprio posto preferito, per favorire il confronto culturale, generazionale e sociale. Il perimetro dell’isolato è reso permeabile da diversi passaggi pedonali, alcuni dei quali passano sotto ai nuovi edifici, impedendo al rumore della strada di penetrare all’interno. Una piccola piazza rappresenta lo spazio libero principale, adatto a vari usi, sul quale si affacciano il vecchio granaio recuperato per uso pubblico, un giardino pubblico con sedute disposte intorno ad una fontana, alcuni commerci e terrazze all’aperto per bar e ristoranti. Dove la profondità dell’isolato è minore il suo interno è simile ad una corte semi-privata e termina, nel punto più alto, con un’ampia terrazza animata dall’attività che occuperà la vecchia cantina sottostante (con volta a botte). Da qui si potrà dominare tutta la zona e sullo sfondo ammirare lo skyline delle alpi. Il trattamento degli spazi pubblici è previsto omogeneo fino agli isolati limitrofi, con lo stesso rivestimento del suolo e arredo urbano. Le due strade di quartiere a nord e a est, oggi con corsie su differenti livelli e senza marciapiedi, saranno risistemate per favorire una frequentazione lenta, pedonale o ciclabile.

nuvolaB architetti associati - Il gruppo è nato nel 2005, con l’aggiudicazione del ponte mobile all’Arsenale di Venezia, diventando studio associato nel 2008. I cinque architetti che lo compongono hanno fatto da sempre dello scambio continuo e diretto un metodo di lavoro. La realizzazione di progetti pubblici in Italia, Belgio e Svizzera si è basata sulla capacità dei soci e dei loro collaboratori di argomentare le scelte in un processo di dialogo non gerarchizzato, fiducioso nei risultati dell’intelligenza collettiva.
In dieci anni lo studio ha affrontato svariate tematiche progettuali, come residenze, uffici, scuole, biblioteche e musei, sebbene la parte più cospicua del loro lavoro riguardi la progettazione urbana e quella dello spazio pubblico. Negli ultimi anni la ricerca e il confronto interno si è ampliato verso nuove soluzioni urbanistiche, lavorando in squadre multi-disciplinari e gruppi di cittadini, nell’ottica di affrontare progetti sempre più complessi con un approccio sempre più plurale.

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© Maggioli SpA • THE PLAN • Via del Pratello 8 • 40122 Bologna, Italy • T +39 051 227634 • P. IVA 02066400405 • ISSN 2499-6602 • E-ISSN 2385-2054