Recupero casa DCS a Ragusa
  1. Home
  2. Architettura
  3. Recupero casa DCS a Ragusa

Recupero casa DCS a Ragusa

Valentina Giampiccolo

Recupero casa DCS a Ragusa
Scritto da Francesco Pagliari -

Ragusa, centro storico: nella porzione d'edificazione ottocentesca di Ragusa superiore, il tessuto urbano si assembla secondo una consistenza minuta, con un tracciato viario longitudinale per parallele in modo da seguire il declivio del terreno e una trama di brevi connessioni trasversali scalinate. Il valore architettonico di tale porzione urbana si esprime precipuamente nel dato constestuale, in cui l'insieme dell'edificato assume rilevanza in quanto sommatoria omogenea di architetture, in se stesse minori, ma con un'impronta evidente a carattere storico.La sequenza di edifici segue un'evoluzione in cui si annodano vicende di accorpamenti o di suddivisioni nell'assetto proprietario e modificazioni dell'antica connessione di abitazione ai piani superiori ed attività produttive o di trasformazione situate a livello terreno (fra cui, ed è rilevante per casa DCS, le attività casearie per le fasi di produzione del tradizionale caciocavallo).
Il progetto degli architetti Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo sceglie come proprio asse portante l'accuratezza analitica: la consistenza dell'edificio, il rapporto con il contesto, le necessità abitative odierne che possono comportare livelli d'intervento trasformativo. In questo modo si formula un quadro metodologico di riferimento, nell'ottica generale di valutare con attenzione i benefici che scelte ed interventi progettuali apporteranno all'abitabilità e alla funzionalità, introducendo qualità architettoniche riconoscibili.Valori essenziali nelle scelte di progetto si radicano nella proiezione di una coerenza qualitativa dell'alloggio, che si sviluppa - in seguito alle vicende proprietarie - su più livelli di piano disassati in senso verticale, nella ricerca di soluzione per i problemi di riservatezza (il dislivello fra le case prospicienti e lo stretto calibro delle vie pongono problemi di introspezione), nell'identificazione di un assetto ottimale in rapporto alle condizioni di soleggiamento (il piano terreno, ad esempio, nello stato di partenza non è raggiunto dai raggi solari e di conseguenza non presenta idonee condizioni abitative).
La strategia individuata si concentra sulla creazione di una corte, attraverso lo svuotamento parziale della volumetria nella parte dell'edificio che prospetta sulla via a maggior calibro. L'operazione, che presuppone la rinuncia consapevole ad una quota di volume preesistente per ottenere benefici rilevanti ed efficaci, determina un'architettura innovativa: una zona filtro fra il muro esterno e l'abitazione; un luogo di salubrità per godere una relazione importante fra l'interno dell'abitazione e un ambiente aperto nella pertinenza dell'edificio; un mezzo per risolvere i problemi di riservatezza, arretrando dalla via la porzione vera e propria dell'alloggio; un luogo raggiunto dai raggi solari anche nella stagione invernale attraverso le aperture nella muratura esterna verso sud. E il nuovo ingresso principale dà accesso all'alloggio attraverso la corte. Il nucleo del progetto propone raffinatezza di soluzioni ed una concezione improntata alla ricerca dell'eleganza nel generare i nuovi spazi, nella corte e negli interni. La corte diviene quintessenza di un atteggiamento che considera il rigore compositivo il modo più efficace per coniugare tracce conservative ed innovazione: il tipo della corte è in se stesso un'importazione da consolidate tradizioni costruttive. Il progetto interviene con intelligenza, nell'identificare l'essenzialità delle nuove pareti trasversali e mostrare la trama dei materiali nella parete preesistente in cui si apre l'ingresso; e nell'introdurre la commistione fra i grigliati contemporanei per le passerelle di collegamento e le balaustre di recupero, dal disegno effervescente in chiave liberty. Lo spazio assume così l'ambizione d'esser in se stesso il luogo ottimale per un'espressione “decorativa”, in cui arredi ed elementi architettonici possano raccontare l'unione di funzionalità e rigorosa eleganza: la corte diviene il luogo della luce e la luce opera in senso decorativo, quando riverbera il tracciato dei grigliati e delle balaustre sulle pareti che sono essenziali e limpide, per poter accogliere le variazioni che la luce impone all'architettura.
Medesima attenzione al rigore della semplicità si persegue negli interni, che anelano a costruire percorsi razionali fra la conferma di elementi esistenti (scale e volte) e l'immissione di collegamenti verticali essenziali in metallo. Gli ambienti della vivibilità (cucina, studio, stanze da letto ed i bagni collocati nelle zone interne) si arretrano leggermente dalla parete prospiciente la stretta via a nord, per l'inserimento di una nuova scala e grazie al posizionamento della sala da bagno al livello superiore. In questo modo la parete sul versante più freddo si allontana dallo spazio in cui si abita: si crea uno spazio intermedio - una sorta di intercapedine virtuale - che serve al transito e non alla sosta. Ambienti interni di raffinata eleganza, nel segno dell'incrocio fra recupero di materiali e di elementi (mattonelle di rivestimento e per la pavimentazione, porte interne) e puntuale inserimento della contemporaneità, nelle attrezzature e nella concezione degli spazi. La parete attrezzate per la cucina, in cui si cela una porta; i bagni; una nuova connessione fra gli ambienti, per creare situazioni spaziali ad “enfilade”, con vedute trasversali orizzontali e scorci in verticale; la luminosità che viene accentuata dall'apporto di luce laterale dalla corte e da un taglio in copertura per donare luce zenitale allo studiolo e a collegamenti verticali. Il recupero opera quindi con razionalità nella trasformazione, nell'alloggio, nella sua configurazione volumetrica e spaziale, fino a trasformare le antiche vasche per la salamoia del caciocavallo in cisterne d'accumulo di acque meteoriche per gli impianti sanitari e per l'irrigazione delle piante che ornano gli spazi aperti.

Francesco Pagliari


Luogo: Ragusa, Italia
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2014
Superficie Costruita: 400 m2
Architetti: Giuseppe Gurrieri, Valentina Giampiccolo
Design Team: Valentina Occhipinti, Dario Gulino, Giulia Filetti
Impresa di Costruzione: Angelo Ferraro

Consulenti 
Strutture: Salvatore Campo, Giancarlo Dimartino, Alessandro Infantino

Fornitori 
Arredi Fissi: Linea Arredi
Illuminazione: La Luce di Marletta
Arredi Mobili: Lab2.0

Fotografie: © Filippo Poli

Giuseppe Gurrieri
Nato a Ragusa nel 1977, Giuseppe Gurrieri si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano. Dopo la laurea collabora per alcuni anni con lo studio di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo a Vittoria. Nel 2008 apre uno studio professionale a Ragusa che oggi, avvalendosi della collaborazione di giovani professionisti, opera principalmente nell’ambito dell’edilizia residenziale privata: dalla nuova edificazione al recupero edilizio, dalla progettazione del verde all’interior design. Esercita la sua attività professionale tra la Sicilia e la Puglia e parallelamente svolge attività di ricerca e didattica collaborando, insieme al prof. Ori Merom, con la facoltà di architettura dell’università KTH di Stoccolma. Negli ultimi anni ha conseguito diversi premi e riconoscimenti tra cui nel 2012 insieme a Valentina Giampiccolo il terzo premio al concorso internazionale "Saie Selection" organizzato da BolognaFiere e Archi-Europe.

Valentina Giampiccolo 
Valentina Giampiccolo nasce a Ragusa nel 1977 e si laurea presso la Facoltà di Architettura di Siracusa; dopo un periodo di lavoro presso lo studio Ternullomelo di Lisbona torna a Ragusa dove inizia una serie di esperienze lavorative con vari studi di progettazione. Qui nel 2009 fonda, insieme a Giuseppe Minaldi, lo studio di progettazione G U M che, oltre a occuparsi di Architettura, organizza e promuove azioni organizzate nell’ambito delle arti visive.

Resta aggiornato sulle novità del mondo dell'architettura e del design

© Maggioli SpA • THE PLAN • Via del Pratello 8 • 40122 Bologna, Italy • T +39 051 227634 • P. IVA 02066400405 • ISSN 2499-6602 • E-ISSN 2385-2054