Contesto e Storia - Paia de Pasqua, non è il nome di un’azienda agricola dal sapore un po “esotico” o latino americano Paia de Pasqua è un appezzamento di terreno coltivato, di circa 60.000 mq a sud-est di Treviso, non lontano dall’Aeroporto Canova ed al Fiume Sile, il più lungo fiume di risorgiva d’Europa, inserito in un contesto fortemente antropizzato ma con un’identità paesaggistica ancora resistente Il nome Paia de Pasqua deriva dai soprannomi comunemente usati nella campagna Veneta, dei genitori dell’attuale proprietario Carniato Fioravante, “Paia” la madre di “de” “Pasquaeoto” il padre Questo imprenditore agricolo atipico, ex seminarista, psicologo, maestro elementare, ristoratore creativo di fama internazionale, qualche anno fa ha investito parte dei proventi delle sue attività imprenditoriali in un’idea visionaria, coraggiosa, controcorrente ma anche molto concreta: rigenerare un terreno agricolo sufficientemente grande a pochi chilometri dalla città, per farne un “esempio” ed una StartUp in grado di indicare la strada per un diverso modo fare all’agricoltura Antropizzazione del non costruito Solitamente si pensa che il territorio agricolo della Pianura Padana ed in particolare di quella Veneta, come a quella parte di territorio che si è salvato dall’urbanizzazione ed industrializzazione diffusa, un qualcosa che ha mantenuto l’originaria integrità paesaggistica, economica e sociale Purtroppo non è così, il livello di antropizzazione del territorio non costruito non è inferiore a quello del territorio costruito, anche l’agricoltura ha subito un processo di forte industrializzazione, imponendo ad un tessuto morfologicamente delicato, pesanti trasformazioni fisiche, senza che queste avessero alle spalle un disegno organico di coerenza e sostenibilità. I tratti essenziali di queste trasformazioni fisiche sono:
• l’accorpamento degli originari appezzamenti agricoli, il “Campo Trevigiano” (vera e propria unità di misura del territorio) in campi molto più grandi e facili da lavorare con monocolture e grandi macchinari
• la conseguente chiusura di molti fossati di separazione, di secolare, intelligente regolazione e gestione delle acque risorgive e meteoriche
• l’abbattimento delle alberature d’alto fusto, dal grande valore paesaggistico, fonte di produzione di biomassa ed assieme ai fossati, veri e propri corridoi biologici, per il rifugio di molte specie di fauna e flora
• la diminuzione dell’intensità di occupazione lavorativa primaria, trasformandola spesso in attività dopolavoristica ad integrazione di quella secondaria e terziaria, con la conseguente perdita di coesione sociale ma soprattutto di secolari conoscenze, sul corretto modo di
• gestire un territorio così delicato ed al contempo ricco di risorse naturali.
Una scelta strategica - Abbiamo deciso di presentare questo lavoro al THE PLAN Award nella categoria “Rigenerazione Urbana e del Territorio” perché non si tratta di una semplice operazione di “Landscape” Tutto è stato pensato nell’ottica di un’impresa agricola, con il fine di aumentare la produttività del fondo, il recupero ma anche le innovazioni apportata al paesaggio, si configurano come solo alcune delle ricadute possibili sul territorio.
Perché gli Architetti Cosa ci fanno gli Architetti in un’azienda agricola? Prima di tutto coltivano l’orto ed il loro è un “Orto in Movimento”, dove fatica ed osservazione dei ritmi della natura sono attività FONdative del pensiero progettuale. THE CIT Y PL AN AWARD 2015 Opere realizzat e - cat egor ia: URB AN REGENERATIO N R1 Progetto PAIA DE PASQUA SOCIETA’ AGRICOLA A R. L. ente.
L’Imprenditore ci mette i soldi, l’idea, il cuore, l’Agronomo le sue conoscenze, l’Ingegnere idraulico i suoi studi e calcoli sul regime delle acque ma chi meglio dell’Architetto ha per sua formazione un approccio complesso, in grado di tenere insieme in modo organico ognuna di queste istanze “Progettare il non Costruito in Movimento” è forse una delle operazioni professionalmente più sofisticate, significa disegnare una cosa pensata per essere dinamica e in continua trasformazione a volte anche imprevedibile
• Serve saper leggere le carte storiche e le immagini fotogrammetriche, come strumento conoscitivo per ricostruire la storia delle trasformazioni operate dall’uomo alla natura
• Serve studiare le piccole pendenze della pianura per capire il regime delle acque e mappare le criticità
• Serve “Vedere” i segni del paesaggio di pianura, spesso più difficili da scorgere, per avere un’idea precisa su come organizzare le piantumazioni d’alto fusto, le quali determinano cieli, sole e ombre, scorci imprevisti e percorsi sensati per rendere accessibile un territorio agricolo molto spesso non liberamente percorribile.
Quello che presentiamo è il primo stralcio di un lavoro iniziato nel 2010 e terminato nell’autunno del 2014, cinque anni in cui:
• sono stati ripristinati alcuni dei fossati originari e sistemato il regime delle acque, con riduzione del rischio idraulico
• piantati circa 1000 alberi d’alto fusto che ridisegnano il paesaggio ma anche servono alla produzione di biomassa
• effettuato un progressivo cambio delle coltivazioni da mono-culturali intensive ad orticoltura organizzata e orti biologici
• realizzati percorsi pedonali e ciclabili poderali
• recuperato un piccolo edificio per trasformarlo in rivendita diretta dei prodotti
• razionalizzato alcune infrastrutture a servizio degli orti riuniti.
Gli Orti Riuniti rappresentano uno degli elementi fondativi del progetto, oltre alla produzione di ortaggi. rappresentano un passaggio fondamentale per l’apertura dell’attività a tutti coloro che voglio partecipare a questa StartUp, rendendo di fatto il progetto un esempio concreto di Progettazione Partecipata Luogo di incontro e socialità è l’area di libero accesso per il tempo libero e le attività fisiche all’aria aperta.
La progettazione del secondo stralcio 2015 - 2019 è ormai completata e vedrà la realizzazione:
• di alcuni Annessi Agricoli
• di un Agriturismo Didattico
• di un Area Attrezzata a Campeggio
Tutto ad Energia quasi Zero, coadiuvato da un Impianto a Biomassa che beneficerà di un finanziamento con i Fondi della Comunità Europea.
GRUPPOFONARCHITETTI - Nasce alla fine degli anni ‘80 come contenitore di esperienze multidisciplinari ed è composto da 12 professionisti, alcuni dei quali svolgono attività didattiche universitarie Nei 25 anni di attività, per mezzo di un elevato numero di realizzazioni sostenibili, ha indagato i temi dei Beni Culturali, della Bioarchitettura e della Rigenerazione del Territorio.
Nel 2008 con un edificio multipiano in laterizio e legno portante, vince il Premio di Architettura Cittò di Venezia Nel 2010 con il recupero della Centrale Mazzoni, vince il Premio di Architettura Raffaele Sirica.
Nel 2011 vince l’European Colour Design Award, sull’uso del colore in Architettura.
Nel 2014 vince il Premio di Architettura Green Buildings Città di Venezia.
Numerosi progetti di edifici in legno passivi 2020, sono in corso di realizzazione.
Un settore dello studio sviluppa Format per aziende food&beverage, ad oggi sono oltre 100 le realizzazioni in location internazionali ed ha appena completato in EXPO 2015, 17 nuovi locali Food