Il progetto cerca un dialogo con la storia della città
Capua è una piccola città a nord di Napoli, poco lontana da Caserta. Fondata dai Longobardi sulla città romana Casilinum, è stata da sempre un crocevia importante in virtù della sua posizione sul fiume Volturno e sulle antiche vie Appia e Casilina.
Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, il bombardamento che abbatté il ponte romano sul Volturno distrusse anche parte della cattedrale e le aree urbane limitrofe. Nonostante un concorso di architettura per ridefinire la zona distrutta e numerosi progetti susseguitisi negli anni, tra cui un edificio commerciale, l’area compresa tra piazza Etiopia e il lungofiume ha trovato la sua identità solo con il recente intervento della curia arcivescovile di Capua, che qui ha commissionato la nuova sede dell’aulario parrocchiale, naturale prolungamento dell’ala della sacrestia post bellica.
Progettato da Massimiliano Rendina, architetto di Santa Maria Capua Vetere (la Capua antica) e professore di Composizione Architettonica al Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, il volume compatto del nuovo aulario cerca un dialogo con l’importante storia della città, rileggendo in chiave contemporanea i tagli profondi delle murature antiche e le eccentricità morfologiche del medioevo capuano.
L’edificio, di impronta trapezoidale e a due piani fuori terra, presenta tre fronti pubblici verso sud, ovest e nord e uno affiancato al complesso ecclesiastico a est. Il rivestimento della facciata è in pietra chiara e con una disposizione dei tasselli tale da restituire una trama a scansione orizzontale e dall’aspetto vibrante.
Compatto e materico, il blocco dell’aulario sembra essere concepito come una scultura scavata e intagliata in corrispondenza delle aperture: all’ingresso, una scalinata e una parete obliqua interrompono la bidimensionalità della facciata con uno sfondato che conferisce profondità e sembra invitare ad accedere all’interno. Anche le altre bucature sui fronti pubblici presentano le stesse caratteristiche: disposte in maniera apparentemente irregolare e di dimensioni diverse tra loro, interrompono la piattezza dei fronti con sfondati e cornici strombate.
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All’interno, piano terra, primo e seminterrato ospitano aule e spazi di dimensioni diverse, al fine di soddisfare le molteplici esigenze della vita parrocchiale capuana. Al piano terra, dall’atrio irregolare si accede alla segreteria, a tre piccole stanze e a una più grande; al piano superiore, si trovano ulteriori sei camere con dimensioni diversificate. Il livello seminterrato è invece interamente occupato dal salone parrocchiale.
L’intervento di Rendina è inusuale per una piccola città italiana come Capua, dove, frequentemente, la stratificazione architettonica e urbana si interrompe con le periferie degli anni Settanta. In questo caso, un brano di città antica e per lungo tempo senza futuro, ha trovato la sua vocazione e una forma coraggiosamente contemporanea.
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Location: Capua, Italy
Architect: Massimiliano Rendina (with arch. Vincenzo Rossetti, arch. Luca Branco, ing. Massimo Sapio, ing. Gaeatano Lo Sapio)
Client: Parrocchia Maria SS. Assunta in Cielo
Photography by Santo Eduardo Di Miceli, courtesy of the author