Il progetto per la sede regionale delle Fiamme Gialle, all'interno dell'ex Caserma Bertarini, rivitalizza una zona marginale della città
Il panorama architettonico di Bologna si arricchisce del progetto. firmato dallo studio trevigiano Demogo, per la nuova sede regionale degli uffici della Guardia di Finanza. Fondato nel 2007 da Simone Gobbo, Alberto Mottola e Davide De Marchi, con questo intervento di rigenerazione urbana lo studio Demogo ha trasformato una zona urbana marginale in un'opportunità di relazione, restituendo vita a un'area della città trascurata.
L’edificio, parte del complesso della storica Caserma Bertarini, si inserisce in un contesto urbano complicato, caratterizzato da una varietà di elementi eterogenei e da una serie di divisioni. A nord, la presenza della linea ferroviaria e della stazione dell'alta velocità di Bologna crea una distinta barriera di infrastrutture logistiche. A sud, si estende l'area in continua trasformazione del centro sociale DumBO, ospitato dall'ex scalo merci. A est, invece, si trovano via Tanari e i confini della stratificata città di Bologna.
Il progetto di riqualificazione dell'ex Caserma Bertarini si inserisce in un programma più ampio per la rigenerazione di beni immobili in disuso che l’Agenzia del Demanio sta portando avanti in tutto il Paese. A Bologna, in particolare, tale programma comprende operazioni come la realizzazione del Parco della Giustizia nell’area ex Staveco e di residenze universitarie in alcune porzioni delle ex caserme Stamoto e Perotti.
Situato all’interno della Caserma Bertarini, il nuovo edificio è stato realizzato previa demolizione di alcuni manufatti ed è connesso all’edificio preesistente tramite una passerella sospesa. Pensato per ospitare 120 addetti, il volume si sviluppa in direzione parallela a via Tiarini, distinguendosi per il suo profilo a gradoni su cinque piani di altezza, che offre l'opportunità di disporre dei giardini pensili sui terrazzamenti, affacciati sul centro storico da un lato e sulla pianura dall'altro.
Questi spazi verdi non solo permettono ai dipendenti di usufruire di un'area esterna nei momenti di pausa dal lavoro, ma contribuiscono a creare un legame tra l’ambiente interno ed esterno, stabilendo una connessione con il paesaggio urbano tutto intorno. Il progetto propone infatti una forma dinamica che intende includere l’edificio nella vita della città e viceversa, pur trattandosi di un comparto militare e dunque di un’area perimetrata e protetta.
La facciata dell'edificio, caratterizzata da un pattern modulare di pannelli dai toni rossi, richiama la cromia caratteristica della città di Bologna, creando un'armonia visiva con l'ambiente urbano circostante. All'ingresso della caserma è collocata un'imponente scala che, inscastonata in un grande telaio di travi e pilastri, attraversa verticalmente l'intero edificio e diventa un elemento unificante che connette visivamente tutti i piani, grazie anche alla presenza di ampi ballatoi.
Gli interni, avvolti da superfici in calcestruzzo a vista, alternano uffici in grado di garantire un certo livello di privacy, dedicati alle sezioni operative della Guardia di Finanza, e spazi di socialità.
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