ILLUMINARE LA MEMORIA
L’Ospedale degli Innocenti di Firenze, la più antica struttura assistenziale al mondo di matrice laica per la cura dei bambini abbandonati, è stato oggetto di un’operazione di riqualificazione da parte di Ipostudio, vincitore di un bando di concorso lanciato dalla stessa istituzione nel 2008. Tra gli spazi ristrutturati, il Museo degli Innocenti diventa crogiolo di arte, architettura e storia dell’infanzia, offrendo ai propri visitatori un percorso espositivo di 1.456 metri quadrati distribuito su tre livelli, e uno spazio per eventi temporanei, attività educative e laboratori artistici pari a 1.655 metri quadrati. In un contesto simile, in cui trovano posto importanti vestigia del passato (su tutte il portico rinascimentale di Filippo Brunelleschi e circa 80 opere tra cui quelle di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo, Neri di Bicci, Luca e Andrea della Robbia e Giovanni del Biondo) così come il racconto storico dell’Ospedale con le memorie personali dei “nocentini” (questo il nome dei bambini qui accolti), è risultato fondamentale impostare un progetto illuminotecnico idoneo ad accompagnare l’evoluzione dell’istituto. Ipostudio così ha deciso di intraprendere questo percorso progettuale con la collaborazione del lighting designer Fulvio Baldeschi e di Zumtobel, consapevole della capacità dell’azienda di sviluppare soluzioni illuminotecniche sostenibili e su misura. La nuova veste del Museo prende nettamente le distanze dalle strutture del passato in cui l’illuminazione era in genere affidata a lampade alogene, che garantivano una temperatura di calore cristallizzato attorno ai 3.000 gradi Kelvin. Gli architetti si sono infatti orientati verso l’uso di sorgenti LED, nello specifico il sistema modulare Microtools e i faretti Arcos, che assicurano rispettivamente effetti scenografici con il minimo ingombro e una luce puntuale e di grande precisione. Il passaggio ai LED ha portato a dei benefici di natura economica, con una riduzione dell’85% dei costi energetici e un’estensione del ciclo di vita di ogni dispositivo (dalle 2.000 ore delle alogene alle 50.000 dei LED). Al tempo stesso, la luce di questi dispositivi si contraddistingue anche per un’elevata resa cromatica in tutti i toni di bianco che, se associata a un corretto utilizzo, assicura una fruizione ottimale delle opere esposte. Quest’ultima caratteristica è stata particolarmente funzionale nella Pinacoteca e, ancor più, nella stanza in cui è conservata l’Adorazione dei Magi del Ghirlandaio. Qui, la luce è stata impostata secondo due tonalità di bianco miscelate morbidamente per ricreare l’effetto di un grande cannocchiale che inquadra e celebra il dipinto. Il fascio di luce parte dall’alto con un gradiente più freddo, che ben si sposa con le tonalità dell’azzurro del cielo raffigurato, per poi aumentare di intensità man mano che degrada e si avvicina alla composizione piramidale con la Madonna e il Bambino, i Magi e gli astanti, contraddistinta da pennellate più cariche di colore.
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