MOCAK, Museo d’Arte Contemporanea
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MOCAK, Museo d’Arte Contemporanea

Claudio Nardi

MOCAK, Museo d’Arte Contemporanea
Scritto da Francesco Pagliari -

Nel progetto per il Museo d’Arte Contemporanea a Cracovia (MOCAK), premiato nel concorso internazionale del 2007 e inaugurato alla fine del 2010, si configurano indicazioni operative essenziali: distinguere le memorie e i luoghi, intrecciare le affermazioni fra storia, contemporaneità e futuro, amplificare la rilevanza degli elementi di una narrazione incessante nell’architettura. I progettisti, Claudio Nardi con Leonardo Maria Proli, si avviano alla maturazione di scelte rigorose, fra la conservazione di porzioni materiali dell’edificio preesistente per derivarne simboli importanti e l’intervento per la trasformazione d’architettura.Il luogo e l’edificio sono infatti intrisi di una storia che non può appassire nell’oblio, memento del periodo dell’occupazione nazista nella seconda guerra mondiale: la costruzione era la fabbrica Schindler portata alla notorietà da cinematografia e letteratura, in cui si manifestarono spiragli di salvezza per gli ebrei, pur nella tragedia dei tempi. Il proposito di aprire nella città polacca un nuovo museo, opera che unisce in sé conservazione e prospettiva di cultura, è un atto rilevante, cui corrisponde l’attenzione architettonica.Simboli da porre in rilievo: l’edificio industriale vale per la memoria degli eventi storici, e il progetto ne assume la copertura a sheds come un dato d’orientamento, per non diluire l’impatto di ciò che è avvenuto, tanto che il profilo schematico degli sheds diviene il logo del nuovo Museo. Una porzione di muratura in mattoni a vista dell’antica fabbrica Schindler viene conservata ed incastonata nel perimetro del Museo, visibile attraverso le pareti a vetrata continua del prospetto sud, come un elemento di diretto rapporto col ricordo. L’intero Museo si organizza come un itinerario conoscitivo, nell’ospitare presenze e testimonianze dell’arte contemporanea.E l’architettura prende parte a questa sorta di tensione nell’esperienza concreta, accompagnando il visitatore attraverso la densità di un percorso reale da compiere: il Museo è segnalato e simboleggiato da un setto murario esterno in cemento armato a vista, collegato con travi in cemento armato all’edificio. Il setto si posiziona in modo elegante secondo una linea obliqua e conduce verso l’ingresso e uno spazio aperto come una piazza, su cui affaccia il corpo dell’edificio museale. Si forma un itinerario, si apre uno spazio a direttrici percettive, che è contrassegnato dall’evidenza dell’architettura del Museo: la parete laterale del corpo edilizio accessorio costituisce una presenza eloquente, un segno materico di piena densità, composto con un rigoroso e geometrico rivestimento in lastre di fibrocemento, di color antracite. Alla parete si affianca un vuoto che prospetta sul piano interrato, mostrando altri spazi, in cui sono collocati in gran parte i depositi delle collezioni museali.La parete antracite, su cui campeggia il logo del MOCAK, il profilo di due campate di sheds, slitta fino ad incontrare perpendicolarmente la parete vetrata del prospetto sud; il muro prosegue all’interno del Museo a formare una parete di una sala espositiva e di transito, osservabile anche dall’esterno, caratterizzata da una porzione di pavimento in vetro strutturale su travi in acciaio. La sequenza delle strutture di copertura a sheds incornicia cinque fornici vetrati, a tutt’altezza su un telaio di montanti e traversa in acciaio. Incontro di materiali, incrocio di contemporaneità e storia: su questo spazio pubblico aperto affaccia l’altro emergente simbolo, il muro in mattoni dell’antico edificio; la parete vetrata lo pone in grande evidenza, come in un quadro del ricordo, un nucleo cristallizzato nel tempo. Si costituisce così un percorso che attornia il Museo, fino a raggiungere un secondo spazio aperto, una piazzetta che riconduce alla città. Una concatenazione di materiali e di differenti figurazioni: il cemento armato a vista, il rivestimento in fibrocemento antracite, le pareti vetrate dominano i prospetti esterni e definiscono un’immagine concreta e densa; lamiere in zinco-titanio nero formano il rivestimento della copertura a sheds che si integra alle porzioni esistenti, altro tema dominante, anche in senso figurativo; strutture ed impianti per il nuovo edificio sono progettati in maniera indipendente dalle preesistenze. Gli spazi interni si orientano alla flessibilità per le sale espositive, sfruttando la luce indiretta proveniente dai lucernai. La pianta si dispone su uno schema quadrilatero, in cui gli spazi espositivi e le attività complementari al funzionamento del Museo si suddividono, come in una doppia L: la libreria e il ristorante, cui si può accedere anche dal lato a nord-est, la sala cinematografica e auditorium in posizione planimetricamente baricentrica.

Francesco Pagliari


Luogo: Cracovia, Polonia
Committente: Comune di Cracovia
Anno di Realizzazione: 2010
Superficie Costruita: 9000 m2
Costo: 20.000.000 Euro
Architetti: Claudio Nardi Architects, Leonardo Maria Proli
Impresa di Costruzione: Warbud

Consulenti
Strutture:
Czeslaw Hodurek
Impianti Elettrici: ElektriMont
Impianti Sanitari: TW Engineers

Fornitori
Facciata Vetrata Continua: Aluprof
Cartongesso: Lafarge Gips, Knauf
Vetri: Rigips Saint-Gobain
Serramenti del Pavimento Vetrato: Aluminium
Ascensori: Kone
Illuminazione: Xal
Sanitari: Sanitec Kolo

Lastre Fibre C: Rieder Smart Elements
Lamiera di Zinco-titanio: VM Zinc

Fotografie: 3/5-7-9-10 © Marcin Gierat 2-18-19 © Adam Golec 13 © Mateusz Lapsa-Malawski 8 © Alessandro Moggi 6-11-14/16-21/23 © Claudio Nardi Architects 17 © Jacek Piwowarczyk 1-12-20 © Rafal Sosin

Claudio Nardi
Claudio Nardi si occupa di progetti per architetture pubbliche e private, in Italia e all’estero; tema rilevante è la trasformazione architettonica e urbana, nel rapporto fra innovazione e preesistenze, fra oggetto architettonico e comunicazione. È stato docente presso la Facoltà di Architettura di Firenze e tiene conferenze in ambito italiano ed internazionale. Numerosi sono i riconoscimenti ed i premi in mostre e concorsi di architettura. Tra i principali progetti realizzati in Italia e all'estero: l’Office Building ad Amman (2010), Riva lofts Hotel (2007), la Nuova Sede dell’Autorità Portuale a Marina di Carrara (2006), il Museo dei Marmi a Firenze (2005), la piazza Matteotti a Tavarnelle val di Pesa (2004), il Multiplex Vis Pathé (2002), la sede BP Studio a Firenze (2000), i Lofts in via Ghibellina a Firenze (2007) e le residenze private a Dubai (2009), ad Abu Dhabi (2001), a Madrid (2006) e a Shelter Island New York (1999). In corso di realizzazione: il Centro per gli Investimenti a Cracovia, la sede della casa editrice Mandragora, la Cantina Re Alarico a Carolei in Calabria, un complesso residenziale nell'area di Novoli a Firenze, la Vertex Tower ad Amman ed una residenza privata a Parma.

 

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