Nel realizzare un percorso museale ciò che conta non sono unicamente le opere esposte, sebbene queste siano il fulcro dell’esibizione, ma anche la capacità di valorizzarle al meglio attraverso una corretta disposizione e illuminazione. Nell’ambito di due differenti interventi, Artemide ha dimostrato in che modo la luce possa fare la differenza nel guidare l’osservatore attraverso l’esposizione, consentendogli di apprezzarne ogni singolo dettaglio. La combinazione dei prodotti A.24 e Turn Around scelta per l’allestimento della mostra Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto, presso il Museo Egizio di Torino – entrata a fare parte della collezione permanente del Museo – ha permesso di valorizzare testi e segni di ciascun papiro, oltre a illuminare alla perfezione i capolavori della statuaria esposti. A cura di Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Töpfer e frutto di un progetto scientifico di Christian Greco, l’allestimento ha offerto l’occasione ad Artemide di dimostrare in particolare la versatilità di Turn Around: la combinazione di elevate performance illuminotecniche, la flessibilità geometrica e le ridotte dimensioni del binario e degli elementi illuminanti ne ha resa possibile l’installazione direttamente all’interno delle teche, in cui si mimetizza con discrezione mentre il fascio di luce illumina le opere in maniera diffusa o spot, in base alle necessità. I moduli lineari, angolari e curvi di Turn Around possono essere abbinati a piacimento ed eventualmente installati anche in sospensione, garantendo la continuità elettrica e meccanica del sistema e consentendo di creare con la massima libertà forme sempre differenti.
Per l’allestimento realizzato presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito, curato dal recentemente scomparso Italo Rota e da CRA-Carlo Ratti Associati e di cui Artemide è stata sponsor tecnico, sono state impiegate soluzioni differenti. Per illuminare in maniera uniforme e diffusa i diversi pannelli dell’opera la scelta è ricaduta su 16 Discovery Space Spot affiancate, che grazie alla tecnologia Tunable White hanno consentito inoltre di ricreare la perfetta temperatura di colore dell’illuminazione naturale. Gli spot Vector progettati da Carlotta de Bevilacqua e integrati in Discovery Space Spot forniscono inoltre luce d’accento sulle opere contribuendo a fornirne una percezione ottimale. Il pannello Discovery è costituito da un profilo leggerissimo in alluminio, sede di una strip LED che inietta la luce in una superficie di PMMA trasparente in cui è presente un pattern di microincisioni distribuite in modo tale da ottenere la massima efficienza e uniformità del fascio di luce. Questa tecnologia, brevettata, consente di ottenere un prodotto che da spento sembra quasi assente e smaterializzato, una presenza discreta ma al contempo scenografica e adattabile anche ad altri contesti, come per esempio gli uffici.
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