Ero stato piuttosto riluttante perché l’idea di un palazzo in stile veneziano costruito a Boston all’inizio del secolo scorso non sembrava essere molto allettante. Ma poi, quando si varca la soglia e si entra in questo spazio, si percepisce un senso di bellezza più forte di qualsiasi altra cosa, più forte del fato, più forte del kitsch, che fa di questo luogo una grande opera d’arte. Si ha la sensazione di cogliere l’essenza di Venezia: lo spirito di Venezia lo si percepisce all’interno, con la sua luce e la sua magica atmosfera sospesa. Venezia porta in una dimensione che ci estranea dal tempo e ci immerge nell’atemporale e questo è proprio quello che succede all’interno di questa dimora.
L’idea era di creare uno strumento migliore, una struttura migliore per la musica, le esposizioni, la didattica e la conservazione delle opere. Per realizzarla non potevamo ovviamente intervenire né all’interno né a fianco dell’edificio. Dovevamo tenere una distanza, una reale distanza. La distanza crea un dialogo tra gli edifici, forse è troppo stretta e lunga, ma è buona e in una scala appropriata. La nuova costruzione è articolata in diversi nuclei in modo che il nuovo edificio, per altro piuttosto piccolo e suddiviso in piccoli volumi, non aggredisca il palazzo.
L'idea della serra come sorta di "factory" del luogo è stata mantenuta, anche perché favorisce il nostro intento di entrare nel nuovo edificio come si entra in un giardino o in uno spazio naturale, dal quale vedere il palazzo. Il costante oggetto dei desideri è lì davanti e non lo si perde mai di vista.
Ho progettato la sala da musica come una cassa armonica di legno, dove gli ascoltatori possono godere del suono ma avere anche un contatto visivo diretto con le altre persone. In tal modo l’esperienza comune di ascoltare la musica insieme ad altre persone e di godere della stessa musica crea un senso di appartenenza intenso e piacevole. Appena si entra in questo spazio si sente non solo la musica ma si respira un’atmosfera di magia.
Accanto al volume della musica, il blocco che racchiude la galleria per le mostre temporanee: è uno spazio pieno di luce con una grande finestra rivolta a nord verso il palazzo per non ricevere luce solare diretta. In questo luogo, una alla volta, potranno essere portate le opere d’arte del palazzo per essere osservate con più attenzione, da vicino, un po’ come tenendole in mano; poi, dopo tre, quattro o sei mesi quell’opera d’arte potrà tornare a riposare nell’antica dimora.
Renzo Piano
Location: Boston, USA
Client: Isabella Stewart Gardner Museum
Completion: 2011
Gross Floor Area: 6.500 m2
Architects: Renzo Piano Building Workshop in collaboration with Stantec - Burt Hill
Design Team: E. Baglietto with M.Aloisini, I.Ceccherini, V.Grassi, S.Ishida, Y.Kim, M. Liepmann, M. Neri, K. Schorn, T. Stewart, O. Teke and E.Moore; G. Langasco, F. Cappellini, A. Marazzi, F. Terranova
Project Manager: Paratus Group
Consultants
Structure and Services: Buro Happold
Façade: Front
Lighting: Arup
Acoustics: Nagata Acoustics
Cost: Stuart-Lynn Company
Schematic & Design Development: CBT/Childs Bertman Tseckares
Suppliers
Fixed Seating: Poltrona Frau
Photo by: © Nic Lehoux