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Intervista a Manuel Herz: il nuovo Ospedale Ostetrico-Pediatrico a Tambacounda, in Senegal

Manuel Herz Architects

Intervista a Manuel Herz: il nuovo Ospedale a Tambacounda
Scritto da Redazione The Plan -

Quanto è stato importante il rapporto con le comunità locali e il loro territorio nello sviluppo del progetto?

Quando mi è stato chiesto di partecipare al concorso per il nuovo ospedale, inizialmente ero scettico. Come posso, in quanto architetto con studio a Basilea, sviluppare una proposta progettuale, e quindi suggerire una “soluzione” per una regione che non ho mai visitato, per medici e pazienti con cui non ho mai parlato, e per un clima che non ho mai sperimentato? Alla fine ho deciso di partecipare, ma piuttosto che consegnare una “soluzione” definitiva, ho proposto invece un approccio al progetto incentrato sulla ricerca delle condizioni locali in collaborazione con partner del luogo.

Puoi dirci di più sulle tecnologie passive utilizzate nel progetto per affrontare le sfide climatiche locali?

Lo studio è andato ben oltre le tematiche legate al clima prendendo in considerazione anche l'artigianato, la cultura, le risorse e le economie locali. Tuttavia, il clima è stato ovviamente un vincolo importante che ha contribuito fortemente a plasmare il progetto. Tambacounda ha un clima subtropicale secco, molto caldo. Piove per due mesi con temperature intorno ai 35-40 gradi durante il giorno, mentre la lunga stagione secca è caratterizzata da temperature intorno ai 40-45 gradi (Celsius), anche se con pochissimo vento. La mia intenzione era quella di sviluppare un edificio capace di offrire ombra all'interno proteggendo da sole e pioggia, ma lasciando passare il vento. Le differenze di temperatura tra le aree leggermente più fredde e leggermente più calde inducono la convezione dell’aria trasformando l’edificio stesso in una vera e propria macchina climatica capace di creare un microclima locale più temperato di quello circostante.

Quali fattori hanno influito oltre il clima?

Al di là del clima, anche altre considerazioni sono state molto importanti. Abbiamo progettato e costruito l'edificio con ingegneri senegalesi, utilizzando un appaltatore (che è anche un medico), costruttori e artigiani locali e facendo affidamento quasi esclusivamente su risorse del luogo e materiale da costruzione proveniente dalla regione di Tambacounda o dal Senegal. Le uniche attrezzature importate sono stati gli strumenti medici per le sale operatorie e alcune delle altre attrezzature tecnico-sanitarie. Questo ha garantito che l'investimento finanziario rimanesse quasi completamente nella regione a vantaggio delle comunità locali, mostrando l’edificio come un progetto realizzato internamente alla comunità e non importato dall’esterno.

Quali sono i motivi che vi hanno spinto a realizzare un edificio molto sottile dalle forme curvilinee?

Alla fine, ho sviluppato un edificio di forma curvilinea, il più lungo e sottile possibile. La forma curvilinea riprende gli edifici ospedalieri circolari esistenti sul sito. La nuova clinica di maternità e pediatria abbraccia gli edifici esistenti, li circonda, creando così diversi nuovi cortili esterni.

In questo modo, per tutta la lunghezza dell'edificio, possiamo offrire molti spazi per rilassarsi e riposare. In molti casi i pazienti arrivano in ospedale con le loro famiglie, e spesso rimangono per diversi giorni, poiché viaggiano da lontano o dalle zone rurali del Senegal orientale. Per questo è molto importante offrire ampi spazi sociali, dove le persone possono fare una pausa, attendere gli appuntamenti con medici e infermieri e trascorrere il proprio tempo. Lungo il corridoio vengono quindi offerti diversi tipi di spazi di attesa.

La forma longilinea della struttura è una risposta progettuale conseguente alla tipicità del clima. Volevo realizzare un edificio che non necessitasse di aria condizionata (a parte il blocco operatorio e le unità di terapia intensiva). Il corridoio ha stanze solo da un lato, mentre l'altro lato è caratterizzato da una muratura brise-soleil che permette al vento di aerare in modo incrociato ogni stanza dell'edificio. Il brise-soleil protegge dal sole e dalla pioggia e lascia che l'aria si muova lateralmente attraverso l'edificio.

Il clima è un dato di fatto e abbiamo sviluppato una risposta architettonica che cerca di lavorare assecondandolo e non contrastandolo. In questo modo, l'edificio è molto più reattivo alle condizioni locali e resiliente alle interruzioni di corrente o alla necessità di manutenzione tecnica. I servizi medici offerti nel nuovo ospedale soddisfano tutte le esigenze della popolazione del Senegal orientale, con circa 150 posti letto, diverse incubatrici, due blocchi operatori e unità di terapia intensiva.

Un progetto che va oltre il semplice ospedale?

Come già accennato in precedenza, ho sviluppato il progetto in stretta collaborazione con gli attori locali: i medici, gli infermieri, gli ingegneri, il general contractor, gli artigiani. Accanto all'edificio abbiamo realizzato anche una piccola scuola insieme all'appaltatore generale e stiamo costruendo un piccolo parco giochi, oltre ad alloggi per il personale medico. Il progetto, quindi, non può essere ridotto solo al nuovo ospedale, ma è profondamente radicato in un contesto locale a livello culturale, sociale ed economico attraverso molti interventi aggiuntivi. Questo ha garantito a me e all'edificio di essere entrambi ben accolti dalla comunità senza essere visti come “alieni” stranieri.

Pensa che the queste innovazioni possono essere recepite anche alle nostre latitudini per un design più sostenibile?

Credo che ovunque si costruisca, si debba rispondere in modo intelligente alla realtà locale, al contesto locale, ai bisogni, ai desideri e alle potenzialità della comunità in cui si interviene. Il clima dell'emisfero settentrionale è molto diverso da quello del Senegal orientale e richiede una risposta architettonica molto articolata. Questo significa anche (e sto solo affermando l'ovvio) che l'architettura sarà, e deve essere, molto differenziata. Ma può essere altrettanto reattiva, come, credo, quella realizzata a Tambacounda.

Una delle tante cose che impariamo quando costruiamo in posti come Tambacounda, è che il comfort non può essere definito in modo restrittivo solo da un limitato intervallo di temperature e umidità. Le nostre norme europee spesso impongono parametri molto specifici, come ad esempio che le stanze dovrebbero mantenere la temperatura interna intorno ai 19-21 gradi Celsius con un preciso livello di umidità. Ma per soddisfare questi parametri dobbiamo sovraccariche di tecnologie le nostre costruzioni, e conseguentemente dobbiamo adattare e limitare la nostra creatività, perché improvvisamente solo questi pochi fattori devono essere presi in considerazione. L'architettura può essere, e dovrebbe essere, molto più ricca di alcune norme e valori ufficialmente assegnati.

Ecco perché anche a me non piace il termine “design sostenibile”. Certo, abbiamo bisogno di praticare un design sostenibile, e spero di farlo. Ma alla fine, non è questo che guida la mia architettura. Voglio realizzare un'architettura che esplori il potenziale di un luogo specifico, che reagisca in modo intelligente, ma anche sorprendentemente, al luogo specifico, alle risorse date e al compito assegnato. Voglio creare un'architettura che metta in discussione le norme date e che alla fine produca anche spazi belli e stimolanti. Questo è, secondo me, ciò che è importante in architettura.

Maternity and Paediatric Hospital in Tambacounda, Senegal, by Manuel Herz
Architect: Manuel Herz
Photo: Iwan Baan
Courtesy of the Josef and Anni Albers Foundation and Le Korsa

 

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