FarmHouse Coffee and Wine, un agriturismo tra contemporaneità e tradizione in Valtellina

Caiolo è un piccolo comune della Valtellina, poco lontano da Sondrio, ai piedi delle Alpi Orobie. Seppur circondato dalle montagne, gode di una posizione sul fondovalle soleggiata e ben esposta, circondata da terreni agricoli. È qui che i proprietari di un vecchio maso rurale ai margini del centro abitato hanno commissionato allo studio di architettura di Alfredo Vanotti la ristrutturazione dell’edificio per destinarlo a struttura agrituristica-ricettiva. 

Le caratteristiche tecnologiche e materiche dell’architettura tradizionale, insieme all’impronta dell’edificio preesistente, hanno suggerito un volume compatto e monolitico in pietra, legno e calcestruzzo, interrotto dai vuoti delle superfici finestrate. 

La posizione delle superfici vetrate rispecchia la distribuzione interna degli spazi e l’uso cui sono destinati: al piano terreno, il volume compatto dell’edificio si allunga verso sud con una parete vetrata ad angolo per illuminare e dare un’ampia visuale verso la valle agli ospiti dell’area accoglienza e della zona degustazione e prima colazione: qui le vetrate annullano la divisione tra interno ed esterno per proiettare gli spazi interni verso il paesaggio. 

Ai due piani superiori si distribuiscono cinque camere per piano, ognuna dotata di servizi e letti posizionati davanti a una grande finestra che incornicia le cime delle montagne o i boschi circostanti, portando all’interno delle camere la tranquillità e il relax della vallata. L’accesso alle camere del primo piano avviene direttamente dall’esterno tramite scale in calcestruzzo e legno e ballatoi; al piano secondo è possibile accedere sia dall’esterno sia da un ascensore interno. 

 

Tradizione e contemporaneità tra materiali e tonalità

Nella scelta dei materiali, lo studio EV+A architects ricerca un equilibrio tra tradizione e contemporaneità: i muri portanti e la struttura principale sono in pietra naturale locale, che conferisce matericità e solidità; le nuove addizioni e le solette sono in calcestruzzo, mentre tamponamenti e rivestimenti sono in legno, intonaco e ferro verniciato. 

Oltre alla pietra, anche l’utilizzo del legno riprende un carattere architettonico tradizionale della Valtellina e viene impiegato qui, con un linguaggio contemporaneo, per la realizzazione delle scale, dei ballatoi, degli oscuramenti delle finestre che evocano quelli degli antichi fienili della valle. 

Anche all’interno la combinazione dei materiali è essenziale e minimale, volta a valorizzare le visuali sul paesaggio: i pavimenti sono in cemento spazzolato, le pareti intonacate di bianco e i soffitti in legno, le finestre a tutto vetro senza interruzioni.

L’essenzialità delle scelte materiche delle linee permettono di ricondurre l’intervento di Alfredo Vanotti all’interno di un linguaggio contemporaneo e innovativo; ma è altresì vero che lo stesso minimalismo evoca tempi antichi e lontani, dove la funzionalità e l’utilizzo delle risorse locali generavano spazi altrettanto essenziali e fondamentali.

>>> Leggi anche l’editoriale pubblicato su THE PLAN 144 dedicato al rapporto tra natura e cultura.

 

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