Un designer e uno scrittore hanno trasformato la tenuta a Oaxaca in una residenza e laboratorio che valorizza l'artigianato e la storia locale
Nel cuore della Valle di Tlacolula, a Oaxaca, il designer colombiano Raul Cabra e lo scrittore americano Michael Sledge hanno dato nuova vita a un’antica hacienda del XVIII secolo, trasformandola in una casa che racconta la loro visione creativa ed esalta il profondo legame con il territorio e le tradizioni messicane.
Acquistata in rovina nel 2007, questa proprietà, ribattezzata Ex-hacienda Guadalupe, è stata oggetto di un restauro che, per i proprietari, è diventato un vero e proprio viaggio di riscoperta e dialogo con la storia del luogo.
Tra pareti di pietra, pavimenti in argilla rossa e legno non trattato, la loro casa non è solo un’abitazione, ma un manifesto di rispetto per la tradizione e un omaggio alla bellezza della semplicità.
«Attraverso la creazione pratica - spiega il designer- miriamo a stabilire legami tra culture e, in definitiva, a sfidare le nostre nozioni preconcette di alterità e differenza nel processo».
Raul Cabra, fondatore di Cabra Diseño e designer di oggetti e interni, ha ristrutturato l'hacienda utilizzando solo tecniche artigianali ma con un occhio contemporaneo. Recuperando metodi di costruzione tradizionali, mira a fondere passato e presente senza soluzione di continuità.
Insieme a Sledge, partner e co-fondatore di Oax-i-fornia, una progetto che indaga il cambiamento sociale attraverso il design, hanno trasformato l’hacienda in un rifugio per la creatività e un centro di incontro culturale che ospita workshop e eventi.
In questo contesto, infatti, si riuniscono studenti di design e artigiani locali per esplorare insieme modelli di produzione artigianale contemporanea. Si promuove così l’inserimento della produzione artigianale oaxaqueña in nuovi mercati, fornendo alla comunità locale strumenti per creare spazi imprenditoriali autonomi.
La casa stessa è un'ode a Oaxaca e alla sua cultura. La struttura in pietra, con muri di un metro di spessore, ha resistito nei secoli a terremoti, rivoluzioni e guerre. Gli interventi sono stati realizzati con tecniche tradizionali, come la cal apagada, una finitura di calce utilizzata dalla cultura zapoteca, visibile anche nelle antiche rovine di Mitla. Questa tecnica non solo impermeabilizza le pareti ma garantisce una durabilità eccezionale.
Per preservare l’integrità architettonica, sono stati introdotti comfort moderni nel rispetto dell’architettura originale. Le pareti spesse e i soffitti alti mantengono un ambiente confortevole tutto l'anno: in inverno le stanze sono riscaldate da caminetti, mentre in estate l’apertura di porte e finestr genera una corrente naturale che rinfresca gli ambienti.
Il processo di restauro è stato lungo e complesso, durato più di otto anni, durante i quali Raul e Michael hanno vissuto a stretto contatto con la casa, permettendo all'edificio stesso di rivelare le sue esigenze e suggerire le modifiche necessarie.
«Per me, la casa è una creatura vivente che rappresenta Oaxaca nella sua essenza, radicata nella tradizione, ma completamente contemporanea», racconta Raul. Questo profondo dialogo tra progettista e architettura ha contribuito a preservare lo spirito autentico dell'edificio.
Sul fronte estetico, è stata scelta una palette cromatica naturale, che lasciasse trasparire le tonalità autentiche dei materiali impiegati. Nessun colore artificiale è stato applicato: i pavimenti in argilla rossa, le pareti bianche di calce, il legno non verniciato e il metallo arrugginito sigillato per conservare la patina naturale creano un’armonia cromatica che evoca il paesaggio circostante e l’architettura coloniale.
Ogni materiale, come il legno e il metallo, è stato utilizzato in modo da riflettere la sua nobiltà e la permanenza del tempo, valorizzando l’autenticità e il carattere dell'abitazione. «Questo approccio - sottolinea ancora Raul - ha permesso alla casa di evolversi organicamente, abbracciando i cambiamenti e gli agenti atmosferici che arrivano con il tempo, pur rimanendo radicata nel suo contesto e nella sua bellezza naturale».
La disposizione planimetrica è incentrata su un ampio patio centrale che funge da fulcro della casa, attorno al quale si sviluppano le varie stanze. L’edificio, che si estende su una superficie di 1.360 m2, ospita quattro camere da letto, una biblioteca, una cappella convertita in showroom, un ufficio, una seconda sala espositiva e spazi destinati ai laboratori di Oax-i-fornia.
All’esterno, un grande magazzino e un pollaio completano la struttura, mentre ampi giardini accolgono gli ospiti e gli animali della famiglia. Ispirandosi alle architetture coloniali di Oaxaca e ai paesaggi circostanti, il designer ha aggiunto diverse aperture alla struttura originaria, composta un tempo da una sola porta e due finestre, in modo da incorniciare le viste sulla valle.
Tra gli aspetti più interessanti del restauro, vi è l’impiego di materiali di recupero da edifici del XVII secolo, come porte e finestre, provenienti da altre regioni del Messico e riportati nello stato di Oaxaca. Questo non solo ha elevato la qualità del progetto, ma ha anche conferito alla casa un senso di continuità storica.
La cucina è un esempio di come tradizione e contemporaneità possano fondersi: i pavimenti in cementine, ispirati alle chiese del XIX secolo, danno un tocco moderno mantenendo il richiamo alla tradizione. Il risultato è un’atmosfera di eleganza semplice, che si nella esprime qualità dei materiali, nella generosità degli spazi e nella cura dei dettagli artigianali.
La Ex-Hacienda Guadalupe è un esempio di come l’architettura possa farsi interprete di una cultura e di una tradizione, rimanendo al contempo aperta a nuovi stimoli e prospettive. Raul Cabra e Michael Sledge hanno creato non solo una casa, ma un luogo di incontro e di scambio culturale, dove la creatività e l’impegno sociale trovano una cornice ideale per continuare a crescere e prosperare.
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Location: San Jerónimo Tlacochahuaya, Oaxaca, Mexico
Completion: 2024
Interior Design: Raul Cabra
Interior Architecture: Misael Lavariega and Ileana Luciano
Patio Masterplan: Claudina López Morales
Historical Restoration: Enrique Lastra
Landscape: Raul Cabra and Michael Sledge
Photography by Pepe Molina, courtesy of Raul Cabra