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D-Day Museum, ottant’anni dopo lo sbarco in Normandia

Una nuova struttura affacciata sulle rovine del porto

Projectiles

D-Day Museum, ottant’anni dopo lo sbarco in Normandia
Scritto da Redazione The Plan -

Sono passati già più di ottant’anni da quel 6 giugno 1944 passato alla storia come D-Day, uno degli eventi più importanti del XX secolo. Lo sbarco in Normandia, con un dispiegamento di forze incredibile, ha segnato una tappa fondamentale nell’evoluzione della Seconda Guerra Mondiale, nella sconfitta del nazifascismo e nella liberazione dell’Europa. A ottant’anni di distanza le commemorazioni sono state imponenti e proprio nel 2024, a giugno, è stata scritta anche una nuova e importante pagina del museo dedicato al D-Day nel comune di Arromanches-les-Bains, famoso per i resti del porto artificiale di Mulberry B. Un nuovo edificio, infatti, è stato realizzato su progetto dello studio di architettura Projectiles, con l’obiettivo di valorizzare ancor più la memoria, la conoscenza e la trasmissione di un fondamentale tassello della Storia dell’Europa.

Proprio per questo, la nuova struttura è stata concepita in strettissima connessione con il contesto circostante, in modo tale da rendere il paesaggio, le scogliere, il quartiere, il lungomare come parte di un tutto: ogni tassello ha la propria funzione nell’ecosistema museale. Concepito, in altre parole, come un museo-paesaggio, il nuovo D-Day Museum è stato immaginato come estensione e collegamento tra una scogliera e l’altra, ma anche tra il villaggio e l’orizzonte lontano, in fondo al mare. Allo stesso tempo, dunque, diverse sono le prospettive dalle quali osservare dall’esterno il museo – dalla piazza e dal pendio retrostante sono visibili i diversi fronti della struttura –, come diverse sono le inquadrature sul paesaggio offerte dall’interno verso l’esterno.

 

Un museo e un nuovo spazio pubblico

D-Day Museum, Projectiles © Antoine Cardi, courtesy of Projectiles

A completare il progetto del nuovo museo, anche tutto lo spazio esterno limitrofo, con un ampio piazzale d’accesso, un corridoio scandito da colonne prefabbricate in calcestruzzo chiaro (il portico colonnato è alto otto metri e profondo quattro) e aperto vero il mare al pari degli spalti digradanti sulla spiaggia, un terrazzino semicircolare e le scale che portano sull’arenile. Da qui, dunque, si ha anche una visione privilegiata per osservare il mutare delle maree, ma lo stesso può dirsi anche dall’interno, grazie alle ampie vetrate che mettono in connessione l’interno e l’esterno. Il rispetto dell’architettura nei confronti della natura è dunque totale.

In questo modo, le collezioni, la storia e gli oggetti in esposizione sono in costante dialogo e connessione con il panorama naturale: il percorso espositivo è sia cronologico sia tematico, ripercorrendo gli anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fino alla liberazione. Fin dall’ingresso si ha la possibilità di immergersi nel contesto storico grazie alla proiezione di un film introduttivo di contestualizzazione e di espressione delle finalità del museo. Ulteriori proiezioni video, mappe e installazioni contribuiscono a sottolineare gli eventi salienti di quegli anni.

Tutte le aree del museo hanno dunque una proiezione verso l’esterno, connessione che è valorizzata ancor più nell’allestimento del tetto, al quale si arriva grazie alle strutture di distribuzione in fondo a un imponente vuoto centrale della struttura: in ogni angolo del museo, oltre a respirare la storia del luogo e a poter entrare in contatto con le vite dei protagonisti dello sbarco, è così anche possibile ripercorrere la storia di un simbolo quale il porto artificiale, l’intuizione militare di Winston Churchill.

 

Location: Arromanches-les-Bains, France
Architect: Projectiles
Client: Commune d’Arromanches-les-Bains
Completion: 2024
Landscape designer: Emma Blanc
Area: 2.220 m2

Photography by Antoine Cardi, courtesy of Projectiles

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