Il Centro Polidiagnostico a Zafferana Etnea, località sulle pendici dell’Etna a 600 m di altitudine nel versante affacciato sull’orizzonte del Mar Ionio, si situa su un lotto che manifesta un accentuato dislivello fra l’affaccio a monte e il prospetto a valle, 4 metri, all’incirca l’altezza di un piano. Il dato, oggettivo e topografico, del luogo segna un’indicazione che viene sviluppata come una radice progettuale, suggellando un procedimento compositivo: i volumi si definiscono come entità geometriche correlate, in cui si propongono accenti sottili, per identificare l’articolazione dell’edificio, differenziare con avvedutezza i blocchi, scandire un rigoroso apparato percettivo che delimita l’impatto volumetrico dell’edificio. Sul fronte verso la strada a monte, il Centro Polidiagnostico, che dispone di un piano interrato per il garage, appare consistere in due piani fuori terra dalla quota stradale, celando nel dislivello il sottostante piano terreno; sul prospetto a valle, il corpo edilizio più alto è arretrato rispetto alla strada, in modo che si sfumi nella percezione la sua reale consistenza volumetrica. L’edificio diviene un complesso bifronte, a diversa struttura architettonica, in cui si esprimono tensioni formali parallele, pur nella ricerca di differenti soluzioni: l’equilibrio si rende chiaro nell’intreccio e nell’accostamento dei volumi, operando per trasformazioni. Duplicare gli accessi al Centro Polidiagnostico, attraverso i fronti su strada a monte e a valle, introduce non solo una possibilità d’accesso paritetico, ed agevole per categorie a mobilità ridotta, con una lunga rampa, ma diviene un elemento d’indirizzo nel progetto: nel superare il dislivello e collegare i due fronti, la rampa costituisce un volume forte ed evidente, un percorso dotato d’una corporeità, che non esprime soltanto la propria funzione, ma partecipa al dialogo delle parti architettoniche. Il prospetto a valle, così, mostra due volumi paralleli, di caratura ed intensità differenziate: l’uno, il blocco edilizio a due piani con finestre a varie dimensioni e ritmi distinti, che ospita uffici e laboratori d’analisi; l’altro, la lunga rampa, si manifesta non solo in quanto linea, ma anche come massa, un corpo definito dal materiale calcestruzzo e dal suo colore, che aggetta e sporge verso la strada. Nel prospetto a monte, si apre una vetrata nel piano alla quota stradale, un diaframma trasparente su cui grava il volume a sbalzo del livello superiore (il terzo piano reale dell’edificio, su questo fronte percepito come secondo). La composizione architettonica asseconda slittamenti ed intersezioni, geometrico-formali, di funzioni e di significato. Il piano superiore, pur segnato dall’evidenza dello sbalzo, consiste in realtà in un volume ridotto, in quanto vi è collocato l’alloggio per il custode del Centro; la parete vetrata dell’ingresso a monte stempera la sagoma volumetrica dell’edificio e contrasta con le sei travi laterali in calcestruzzo che formano una sorta di pergolato ombreggiante sul piano di sbarco della rampa; la recinzione assume la trasparenza come concetto guida, duplicando la vetrata d’ingresso: sul muretto in blocchi di calcestruzzo si susseguono le lastre vetrate che lasciano osservare l’articolazione dell’edificio. Accenti lievi nelle coloriture separano i volumi, in una qualità pittorica dei toni: il chiarore del volume a monte, l’azzurro disteso quasi come un acquerello, che riprende le variazioni luminose del cielo, per il corpo ortogonale dei laboratori. Le cornici per le finestre a taglio quadrato aggettano leggermente sulle pareti, disegnano lievi ombre e donano una qualità distintiva e materica ulteriore, quasi lavica, alle superfici su cui si distendono i riflessi fra l’intensa luminosità del cielo e la corporeità delle nuvole.
Francesco Pagliari
Luogo: Zafferana Etnea, Catania
Committente: Antonino Barbagallo
Anno di Realizzazione: 2008
Architetti: SCAU Engineering - Angelo Vecchio
Design Team: Koncita Santo, Valerio Veronese
Direzione dei Lavori: Aldo Indelicato
Impresa di Costruzione: Giovanni Sorbello
Consulenti
Strutture: Carmelo Lanzafame
Impianti: Giuseppe Puglisi
Serramenti: Metra
Fotografie: © Giovanni Chiaramonte
SCAU Studio
SCAU Studio nasce nel 1980 come Studio Consociato di Architettura ed Urbanistica dall’incontro professionale tra Angelo Di Mauro, Angelo Vecchio e Francesco Russo.
Dal 2000 inizia una fase di rinnovamento, accoglie due nuovi soci, Koncita Santo e Alfio Cavallaro e si trasforma proponendosi come società di progettazione integrata. Nel marzo del 2002 la società adotta il sistema di certificazione di qualità ISO 9001. SCAU Studio ha sviluppato un grande numero di progetti per enti pubblici e privati con un continuo spirito di rifondazione disciplinare.
La produzione progettuale nasce da una ricerca che coniuga innovazione e sperimentazione nell’intento di ridefinire costantemente i rapporti tra tecnologia, funzionalità ed estetica.
Negli anni SCAU ha consolidato un metodo, un approccio alla ridefinizione continua di un linguaggio architettonico autonomo e peculiare, per affrontare con una solida professionalità anche le sfide imposte dalla cultura della globalizzazione; oggi, ha intrapreso un’ulteriore evoluzione e si propone sullo scenario internazionale sviluppando i propri punti di ricerca in nuove opportunità e integrandosi con differenti realtà paesaggistiche e culturali.
Titoli e premi
2003
- 1° Classificato - Concorso “Progetto della nuova Chiesa dei Santi Cosma e Damiano - Curia di Acireale”, Acireale (CT)
2008
- Progetto segnalato - Centro commerciale Ciclope, Acireale - Premio “Quadranti d’Architettura” per la sezione “Premio Giovan Battista Vaccarini ad un’opera d’architettura”, Pedara (CT)
2010
- 3° Classificato - Progetto Struttura Alberghiera La Zagara - “Premio Internazionale Ischia di Architettura”, 19-24 luglio 2010, Ischia (NA)
- 1° Segnalazione - Concorso di Progettazione di Idee “Progetto di rigenerazione dello spazio aziendale e delle frange urbane di margine - 2010_Parco commerciale Edil Tomarchio”, Aci S. Antonio (CT)