Complesso scolastico Zugliano
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Complesso scolastico Zugliano

5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo

Complesso scolastico Zugliano
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Una società che decide di agire e partecipare, inizia dalla costruzione delle scuole. Una comunità che crede nella scuola come principale edificio pubblico e di autorappresentazione è una comunità che dialoga con la Storia, con i sentimenti collettivi e con il futuro. Progettare, costruire una scuola è un evento pubblico.
Abbiamo perciò immaginato un edificio che fosse insieme rappresentativo, funzionale e riconoscibile; dotato di una capacità di dialogare con il territorio e il paesaggio, ma protetto e protettivo. Il progetto nasce dagli elementi territoriali: la linea orizzontale del lotto, il suo verde, il profilo delle montagne, delle colline e il cielo. Il tema del progetto è di dialogare con la natura, la realtà, allo scopo di costruire un edificio pubblico rappresentativo e funzionale, ovvero un impianto capace di dichiarare la sua appartenenza al contesto, rafforzandone le caratteristiche.

L’identità
A questo scopo, abbiamo ritenuto immaginare un edificio che fosse rappresentativo e funzionale insieme, riconoscibile e semplice, dotato di una capacità di dialogare con il territorio, il paesaggio, ma protetto e protettivo.
Il progetto nasce da due elementi territoriali:
- la linea orizzontale del lotto, la sua pulizia e “semplicità” (terreno libero da altri edifici, nessuna variazione di quota, semplicità di accesso)
- il profilo delle montagne e delle colline
Il tema del progetto è sfruttare queste condizioni allo scopo di costruire un edificio rappresentativo e funzionale, in termini di uso e di manutenzione.
La lettura della tradizione territoriale, e del tema di un edificio isolato di una certa dimensione, ci ha portato a immaginare di perseguire la via della semplicità geometrico/compositiva, che fosse capace di “costruirsi nel luogo e di costruire il luogo”, ovvero un impianto che fosse capace di dichiarare la sua appartenenza al contesto, rafforzandone le caratteristiche proprie. Così, a livello planimetrico, si è deciso di unire questa spinta verso la semplicità compositiva ad una esigenza funzionale e sociale propria del tema della scuola (il cortile, lo spazio aperto protetto) e ad una tradizione storica (la corte palladiana, l’aia agricola, il cortile): un edificio a pianta quadrata con uno spazio interno, grande, simbolico ed espressivo. La volontà di immaginare un dialogo con il profilo delle colline e delle Alpi, ci ha spinto a un’idea di profilo dell’edificio quasi a tenda, a piramide aperta, proprio in corrispondenza della corte interna. Così, il tetto dell’edificio, che all’esterno è l’elemento caratterizzante e riconoscibile della scuola, si alza, si apre e si separa in corrispondenza della corte stessa, allo scopo di rendere “visibile” la sua struttura, e dichiarare un “cuore pulsante”, gioioso, giocoso, colorato, allegro dell’edificio.
L’edificio: corte, portico, copertura
L’impianto parte dalla necessità umana, educativa, costruttiva, ambientale e collettiva di una corte; più specificamente di una corte porticata, attorniata da un percorso e capace di dialogare con il cielo e con la luce.
La corte è caratterizzata dall’espressività di pilastri in legno ad albero, fondativi per la loro forza evocativa, che reggono grandi foglie, falde, piani, che creano ombra e intimità. Il ponte sul Brenta di Bassano del Grappa, disegnato da Palladio, dialoga con l’evocazione fondativa e arcaica dell’albero. Intorno a questa corte, con essenzialità, logica e semplicità, si distribuiscono le aule, gli spazi di servizio, la grande palestra pubblica. Le grandi falde che accarezzano montagne e cielo, si vestono dei colori delle nuvole, come uno sfondato da “Camera degli sposi”.
Una pianta quadrata quindi. Le funzioni richieste, e la necessitò di prevedere due lotti funzionali distinti, hanno guidato le scelte distributive.
I due blocchi funzionali corrispondono a due funzioni e usi differenti dell’edificio:
- la scuola, composta di 15 aule, uno spazio di ingresso, la mensa
- la palestra, gli uffici del sistema integrato dell’edificio.
Ad ognuno dei due blocchi corrispondono, in linea di massima, due lati del quadrato, due “L” dell’edificio.
Il punto di contatto fra queste due “L” funzionali è l’ingresso della scuola (coperto). Le aule (10) e le aule interclasse (5) si posizionano sul lato ovest e nord dell’edificio, in modo da essere protette dalla luce diretta del mattino, sulla “L” indirizzata quindi a nord-ovest, a sinistra dell’ingresso principale.
Tutto l’edificio è caratterizzato da un percorso protetto, un vero e proprio portico/chiostro, intorno alla corte interna. Questo portico connette tutto il sistema della scuola, aule, aule interclassi, ingresso, servizi igienici, corte, permettendo la libertà degli spazi e dei tempi intermedi, tipica della scuola: corse, incontri, momenti di pausa e attesa, gioco, entrata e uscita dalle aule.
Le aule hanno forma quasi quadrata e sono ognuna, secondo norma, da 24 alunni. Sono caratterizzate da un’apertura a nastro continua, a partire da una altezza interna di 70 cm, che permetta la vista verso l’esterno anche dalla posizione seduta; la copertura è inclinata in alto verso la corte interna, a segnare l’importanza di quella direzione, ed il senso di “Comunità” che quello spazio comune e l’edificio nel suo insieme vogliono esprimere.
È proprio la volontà di creare un senso di appartenenza a una Comunità, quella della Scuola, e quindi quella Civica e Pubblica, ad avere improntato questo impianto a corte dell’edificio: il sistema Corte-Portico è, nella tradizione del costruire, un sistema pubblico-comunitario, legato ai temi dell’incontro, della riflessine, del gioco, dello sport, a seconda delle condizioni e delle funzioni previste.
In questo caso, trattandosi di una scuola elementare, l’obiettivo è creare un luogo riconoscibile, sicuro (sia in termini di sicurezza verso l’esterno, che in termini di facilità di controllo e di sicurezza fisica del movimento) e che abbia come scopo quello di esercitarsi all’esterno, fare esperienze comuni al di fuori della classe, “perdere del tempo” in modo creativo ma controllato. È quello che noi potremmo definire il “cuore” dell’edificio. Come tale, abbiamo immaginato sia pulsante, e quindi colorato, allegro, sia nella sua parte strutturale (pilastri in legno a vista, realizzati a forma di albero), che nelle pareti della corte stessa. Queste “vele”, sono la continuazione della copertura, e si liberano verso l’alto a coprire e proteggere il portico (chiuso poi da vetrate e parti in muratura), sia la corte in alcune zone.
Il portico porta verso est alla zona della mensa, che, come funzione di servizio, si affianca alla palestra (secondo lotto funzionale)
La seconda “L” funzionale, corrisponde al sistema della Palestra, degli uffici e dei servizi degli insegnanti.
La necessità di prevedere una palestra che possa essere utilizzata anche al di fuori della scuola, ha implicato due aspetti importanti: l’individuazione di un sistema di accesso indipendente, e la necessità di rendere compatibile la grande altezza interna della palestra (7.50 m netti) con il resto dell’edificio.
A queste due necessità si è deciso di rispondere creando una quota più bassa, dove collocare la palestra stessa (-1,30m rispetto alla quota di corte e scuola), creando un sistema di rampe all’interno del portico.
Questa soluzione ha permesso di evitare che l’impatto del volume della palestra fosse troppo violento e squilibrato rispetto al sistema edificio. Anche in questa parte dell’edificio si è mantenuta la soluzione del tetto inclinato verso la corte, inserendo alcune parti orizzontali semitrasparenti in vetrocemento diamantato, sia verso l’esterno dell’edificio che verso il portico. L’ingresso è individuato fra lo spazio palestra e il volume degli edifici e dei servizi degli insegnanti, dove sono collocati gli spogliatoi regolamentari.
La copertura: un elemento paesaggistico
L’elemento architettonico che caratterizza l’edificio nella sua immagine esterna, alla scala del territorio, è la copertura, che è costituita di falde distinte, di inclinazioni leggermente variabili. Queste falde piegano in parte in facciata ( in particolare in corrispondenza del volume della palestra), ma soprattutto piegano con una sorta di “foglie” verso la corte interna, a creare un cono sfaccettato che indica proprio lo spazio più caratterizzante. La copertura è caratterizzata da un rivestimento in lastre metalliche semilucide e colorate, quasi si trattasse di una “riflessione-dialogo” con il cielo: lo scopo di questa scelta cromatica è quella di creare un edificio che sia riconoscibile e anche allegro, nel suo essere edificio scolastico ed edificio pubblico. Apparentemente chiuso verso l’esterno, questo “guscio”-copertura, rappresenta una sorta di elemento intermedio fra gli edifici agricoli, i mercati comunali pubblici e l’idea iconica e monumentale di edifico pubblico settecentesco, appartenente alla tradizione dell’architettura illuministica. Questa semi-piramide, semi-cono, composto da falde quasi tradizionali, con colori che specchiano il cielo e le sue nuvole, diverrà elemento riconoscibile e caratterizzante la comunità di Zugliano. Una società che decide di agire e partecipare, inizia dalla costruzione delle scuole. Una comunità che crede nella scuola come principale edificio pubblico e di autorappresentazione è una comunità che dialoga con la Storia, con i sentimenti collettivi e con il futuro.
Progettare, costruire una scuola è un evento pubblico.
Abbiamo perciò immaginato un edificio che fosse insieme rappresentativo, funzionale e riconoscibile; dotato di una capacità di dialogare con il territorio e il paesaggio, ma protetto e protettivo. Il progetto nasce dagli elementi territoriali: la linea orizzontale del lotto, il suo verde, il profilo delle montagne, delle colline e il cielo.

Nel 1995 Alfonso Femia e Gianluca Peluffo fondano 5+1. Tra i primi lavori realizzano il Campus Universitario di Savona, gli uffici Ministero degli Interni a Roma, il Palazzo del Ghiaccio e dei Frigoriferi Milanesi. A questi progetti fanno seguito tra gli altri il Retail Park di Assago, la biblioteca-ludioteca di Villa Sottanis di Casarza Ligure, il Blend Building e la Blend Tower per Generali Properties a Milano.
Nel 2005 creano 5+1AA, vincono il concorso per il Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia con Rudy Ricciotti e sviluppano il Master Plan per l’Expo 2015 di Milano. Tra il 2010 e il 2013 realizzano diversi altri progetti, tra cui la Torre Orizzontale di FieraMilano a Rho, in collaborazione con Jean-Baptiste Pietri, la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma, il recupero dell’area Metalmetron di Savona, il complesso di Social Housing per l’Aler Brescia, il complesso scolastico di Zugliano, la sede della banda della polizia presso il Ministero degli Interni a Roma e la sede dello IULM a Milano.
Nel 2012 si aggiudicano i concorsi per l’Headquarters BNL-Paribas a Roma e per la riqualificazione urbana dell’area RRG Michelet a Marsiglia con Carta associés e sono stati incaricati di sviluppare I lotti 4 e 9 del masterplan di riqualificazione del porto di Tangeri.
Sono in corso di realizzazione: il secondo lotto del quartiere residenziale area ex comparto Draco a Brescia, la nuova sede dell’Autorità Portuale di Savona, la nuova sede della BNL a Roma e la riqualificazione dei Docks di Marsiglia.

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