In zona periferica della città di Treviso, un intervento di trasformazione urbana da preesistente edilizia per uffici, per formare un complesso di sei unità residenziali unifamiliari. L’insieme residenziale si compone di due raggruppamenti d’alloggi, separati da un viottolo di servizio, l’uno assembla quattro unità compattate in un blocco, l’altro propone due unità in linea, prospicienti un canale. Le unità si sviluppano su due livelli fuori terra, a piano terreno la zona giorno e al piano superiore la zona notte; ciascun alloggio dispone di terrazze, elementi a mansarde in copertura e patii che forniscono luce agli ambienti a piano terreno. L’intervento aspira a segnalare un’impostazione comune per le residenze, nonostante la differente tipologia d’accorpamento fra i due nuclei comporti una differente relazione fra gli alloggi e l’esterno. Le due unità in linea a leggero disassamento accolgono l’idea di una relativa apertura verso lo spazio esterno con l’estensione di pareti vetrate a piano terreno, in contrapposizione alle quattro unità a blocco, che si incentrano su una netta prevalenza di una mediazione con luce ed ambiente esterno attraverso i patii conglobati nel disegno d’insieme planimetrico in cui le unità si compenetrano, irrigidito sullo slittamento longitudinale delle unità a due a due. Nella planimetria stretta per linee parallele nel gruppo delle quattro unità abitative, si manifestano rispecchiamenti, simmetrie, compenetrazioni ed inversioni degli elementi architettonici singoli, in un evidente tentativo di governare l’intervento lungo l’opposizione compositiva fra linearità e complessità. Caratteri formali ed elementi architettonici comuni tendono a comprovare una visione complessivamente unificante. La colorazione in entrambi i gruppi d’alloggi delle pareti a piano terra con fasce dipinte alterna differenti tonalità di grigio, al cui interno si mimetizzano le aperture per i garage chiusi, mentre al primo piano le pareti ordinano un intonaco chiaro; i volumi a mansarde emergono dalle coperture piane e rilucono nel rivestimento in lamine Rheinzink; le terrazze punteggiano ciascun alloggio e sono protette da brise-soleil (con la funzione accessoria di protezione e riservatezza visive) in lamelle in acciaio inox inclinate a 45° su telaio in acciaio. Pavimenti in grès per gli interni definiscono funzionalità ed unitarietà all’insieme degli alloggi; negli spazi aperti di pertinenza compare pavimentazione in legno. Nel blocco delle quattro unità distingue ed accentua la riflessione verso l’interno, posizionando poche aperture finestrate sulle pareti al primo piano: i prospetti esterni appaiono così compatti e relativamente chiusi, omogenei per tutte le viste del gruppo di quattro unità. Sistemi geotermici propri a ciascuna abitazione determinano il progetto di condizioni ottimali per la vivibilità interna agli alloggi, nella duplice funzione di riscaldamento e raffrescamento.
Francesco Pagliari
Luogo: Treviso
Committente: Immobiliare Luna
Anno di Realizzazione: 2011
Superficie Costruita: 1.177 m2
Architetti: mzc+ architetti - Mario Marchetti, Fabio Zampiero, Giuseppe Cangialosi
Design Team: Lucia Bielo Boscolo, Fabio Carlesso, Carolina Fago, Andrea Gemin, Vitttorio Massimo
Direzione Lavori: Giuseppe Cangialosi
Impresa di Costruzione: Impresa Corredil
Fornitori
Serramenti: Panto
Illuminazione: Stingers
Pavimenti: Naturalegno
Bagni: Policromia
Marmi: Zanet
Fotografie: © Marco Zanta
mzc+
Studio specializzato nella valorizzazione e riqualificazione del patrimonio storico-architettonico e nell'interior design, affrontato a tutte le scale della progettazione, mzc+ viene fondato a Treviso nel 1979 da Mario Marchetti (Treviso, 1951) e Fabio Zampiero (Strà, Venezia 1950), entrambi laureati nel 1977 allo IUAV con Valeriano Pastor. Dal 1984 collabora con lo studio, di cui diventa socio al termine degli studi universitari, Giuseppe Cangialosi (Conegliano, Treviso 1965), laureato allo IUAV nel 1995 e in seguito assistente, nella stessa Università, di Marino Narpozzi. Da alcuni anni mzc+ ospita stagisti italiani e stranieri che interagiscono con un gruppo di lavoro pluridisciplinare, attualmente composto da 14 professionisti. Lo studio è stato consulente di Unindustria dal 1996 al 2005 e ha maturato, nel corso del tempo, un'approfondita esperienza nel dialogo con l'antico, soprattutto nei confronti della tipologia veneta del palazzo urbano e della villa patrizia. Tra i progetti realizzati in quest'ambito si ricordano: 1984-1988 Palazzo ex Rusteghello, Treviso; 1990-1995 Palazzo Celotti, Treviso, 1990-1995 Villa E.G.O. e relativa barchessa, Preganziol; 1992-1997 Villa Sugana, Olmi di San Biagio di Callalta; 2005-2010 Villa Zanetti, Villorba. Tra le opere recentemente realizzate a Treviso, Casa Pola, Palazzo Gobbi e il piano di recupero a fini residenziali-commerciali di tre ex sale cinematografiche e la sede della Banca del Gottardo. Si ricordano inoltre la riconversione di un'azienda agricola in residenze a Cortellazzo (VE), la ristrutturazione del Palazzo dei Sindacati di Mestre (progetto che ha vinto il primo Premio Architettura Città di Venezia nella sezione restauro/recupero edilizio in Terraferma), la sede di un'impresa edile a Torri di Quartesolo e la ristrutturazione del Caffè Zanarini a Bologna. Tra i principali progetti da poco conclusi, la riconversione in residenze di un'area artigianale dismessa e quella in centro direzionale di alcuni spazi produttivi lungo il Sile, la costruzione di due edifici per 10 e 18 alloggi, un centro direzionale a Mestre, due edifici per alloggi ATER a Salgareda (TV), la sede CGIL a Mirano (VE), e il recupero di ville a Conegliano e a Castagnole di Paese (TV). Lo studio ha coordinato, nel 2004, il recupero di alcuni monumenti della Grande Guerra ed è attivo con progetti di tipo residenziale nella città di Londra. Collabora inoltre con l’architetto londinese John Pawson alla realizzazione di un'importante opera a carattere residenziale in ambito veneto, la Casa delle Bottere, che ha ricevuto il premio Casa Clima Award 2012.