A vent’anni dalla sua concezione, il complesso direzionale delle Torri di San Benigno a Genova è giunto a compimento, con un progetto di 5+1AA che ne ha ripensato il significato e il rapporto con il particolare contesto, un luogo urbano che risulta dalla sommatoria di infrastrutture viarie e portuali, dove l’artificialità si confronta direttamente con gli orizzonti del mare e del cielo.
L’intervento progettuale ha innanzitutto puntato a valorizzare i caratteri principali della volumetria, definendone con chiarezza gli elementi costitutivi: il basamento e l’elevazione delle tre torri soprastanti.
Scandito da fasce orizzontali rivestite in lamiera di alluminio verniciato, le cui cromie variano nelle tonalità del blu, il basamento ospita funzioni di commercio, archivio comunale e parcheggio; un volume compatto ma al tempo stesso rarefatto, nel quale l’orizzontalità è rafforzata dalla successione cromatica.
Il complesso prosegue in elevazione per 23 piani con le tre torri, per le quali è stato studiato un involucro completamente vetrato ad alte prestazioni, realizzato con vetri AGC, nel quale ancora una volta il colore gioca un ruolo dominante.
L’involucro è suddiviso in moduli di diverse cromie, che si ricompongono in sfumature cangianti a seconda dell’esposizione - chiare sui fronti meno esposti all’irraggiamento solare, più scure sui prospetti più soleggiati. I colori accostati a coppie, tono su tono, danno luogo nel loro insieme a una sorta di sfumatura orizzontale, che conferisce al progetto una lettura che varia in base all’angolo di osservazione, donando a ogni torre una propria nuance. Questo criterio di alternanza cromatica ha consentito inoltre di rispondere ai requisiti normativi imposti dalla legge sul risparmio energetico, raggiungendo i valori termo-acustici richiesti in questa zona, per questo tipo di funzione. Al variare delle ore del giorno, delle stagioni e delle condizioni metereologiche, le facciate assumono un aspetto ora opaco e massivo, ora fluido e riflettente, in un gioco di trasparenze e riflessi che crea una forte interazione tra l’architettura e il suo intorno.
Appesi alle facciate e in diretto contatto con le stesse, i volumi delle scale di sicurezza si “arrampicano” sugli edifici spostandosi da un prospetto all’altro, componendo e scomponendo il sistema volumetrico, così da ribadirne ulteriormente l’unitarietà e al tempo stesso la complessità.
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