A nord della città di Ragusa, in un'area in cui i segni del paesaggio agrario sono ancora visibili, fra i muri a secco e le residue partizioni agricole, il progetto per casa SC sperimenta forme d'architettura: equilibrio, misura, raffinatezza concettuale e nel dettaglio delle soluzioni denotano un'elaborazione di profondo valore, dal punto di vista metodologico e dal punto di vista della concretezza inventiva. Un intreccio programmatico di osservazioni guida il procedere progettuale, nell'analisi della natura del sito in cui costruire, nella connessione efficace fra “radicarsi nel luogo” e “definire l'innovazione”.
Il progetto riguarda un tema d'ampliamento edilizio, ricercando sottili eleganze: nel terreno di pertinenza di una villa ottocentesca, il cui corpo principale e la relativa area a corte non sono oggetto di interventi, un fabbricato preesistente, già adibito a stalla-magazzino, costituisce il punto di partenza. Il progetto delinea strategie interrelate: l'edificio preesistente viene sottoposto a ristrutturazione, in un profondo intervento che lo trasforma in abitazione; in adiacenza al fabbricato preesistente, sul sedime di un altro edificio agricolo parzialmente diroccato, si aggiunge un nuovo corpo edilizio abitativo, in modo da configurare un'unità abitativa completa. Nell'area esterna al volume che si è raddoppiato, il progetto delinea ulteriori tasselli: la sistemazione delle zone aperte; la costruzione di una piscina lineare stretta e lunga, che contribuisce a sottolineare il senso di una rilevante connotazione geometrica dell'intervento ed accompagna il percorso d'accesso all'edificio; la costruzione di due padiglioni accessori su un solaio leggermente sopraelevato rispetto al terreno, l'uno in vetro e acciaio per ospitare un laboratorio per attività manuali e creative, l'altro per il garage, secondo una contrapposta definizione di solidità muraria.
Connessioni, rimandi, riferimenti, contrapposizioni: il progetto analizza con raffinatezza l'espressione di un panorama architettonico che si legge come una continuità riconducibile ad una concezione unitaria, in cui le preesistenze murarie (nell'edificio precedente e nel paesaggio agrario circostante) divengono forme di rielaborazione inventiva: le pietre - segni lineari e pienezza volumetrica - si ripropongono come confini, pareti ed accenti; nuovi muri, in pietra e in materiali contemporanei, assumono medesimi valori indicativi e prospettici, formando quinte visuali d'appoggio, linee di connessione, interruzioni e distinzioni nei corpi edilizi.
La costruzione della casa consiste quindi in una serie di procedimenti interrelati: la ristrutturazione del corpo edilizio preesistente necessita della geminazione del nuovo corpo secondo analogie di geometria forma e volume, per delineare un'abitazione che si sviluppa nei due corpi connessi. La copertura di ciascun corpo è a due falde (nel fabbricato preesistente con travi in legno a vista e nel nuovo in laterocemento. Il prospetto principale duplica la forma a “capanna”, e si differenzia nelle aperture. Il progetto degli interni colloca a piano terreno del corpo preesistente il soggiorno, che prospetta sulla corte d'ingresso, introducendo uno sviluppo verticale con lo spazio a doppia altezza ed una zona al livello superiore per un ambiente destinato a studio; nel corpo adiacente si situa la zona cucina e pranzo al livello inferiore e la zona notte, con i servizi igienici, al livello superiore.
La connotazione degli spazi interni si precisa nell'intreccio fra dimensione longitudinale, suggerita dalla struttura, e dimensioni trasversale/verticale, determinata dal progetto: al centro del soggiorno, sotto un grande arco, l'elegante, leggera, aerea scala in ferro con solida base di partenza in pietra calcarea e successivi sottili gradini in pietra lavica sale al piano superiore, che affaccia sulla doppia altezza e dà accesso alla zona notte attraverso passaggi nella muratura. Negli spazi interni, come nelle aree esterne - fra nuovi padiglioni, superfici libere, muri ed attrezzature -, si sedimenta così una dinamica correlata e suggestiva attraverso visuali, percorsi, materiali: la profondità del ragionamento progettuale si rende chiara, fra radicamento al luogo e necessità sensibile del progetto per una razionalità contemporanea, espressiva e misurata.
Francesco Pagliari
Luogo: Ragusa
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2014
Architetti: Francesco Nicita
Design Team: C. Tribastone, G. Gatto, A. Nicita
Impresa di Costruzione: Impresa Edile Mezzasalma Pietro
Consulenti
Strutture: A. Iacono
Impianti Elettrici e Domotica: F. Minardi
Impianti Termici ed Idrici: L. Accetta
Fornitori
Parquet: Antico E'
Porte: L'Invisibile
Camino: Focus
Cucina: Bulthaup
Rivestimenti: Laminan
Illuminazione: Viabizzuno
Arredi: B&B, Carl Hansen, Cappellini, Kartell
Termoarredi: Tubes
Sanitari: Flaminia
Rubinetteria: Cea Design
Vasca: Makro
Fotografie: © Santo Edoardo Di Miceli
Architetto Francesco Nicita
Nasce a Ragusa nel 1970. Nel 1997 consegue la laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo con una tesi sullo ZEN e sull’esperienza dell’edilizia residenziale pubblica in Italia a partire dagli anni sessanta. Nello stesso anno consegue l’abilitazione all’esercizio della professione e l’iscrizione all'Ordine degli Architetti di Ragusa.
Già durante gli studi universitari collabora con gli architetti Alvaro Siza Viera, Roberto Collovà, Teresa La Rocca ad alcuni progetti in Sicilia (Salemi, Gibellina, Palermo) e come cultore della materia partecipa all’attività didattica di questi ultimi presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
Dal 1997 in poi partecipa a numerosi seminari, workshop e concorsi di progettazione architettonica ed urbana in Italia ed all'estero (Trapani, Prato, Torino, Lisbona, Ginevra).
Fino al 1997 collabora con lo studio dell’arch. Roberto Collovà e tra il 1997 ed 1998 con lo studio NOWA dell’arch. Marco Navarra.
Dal 1998 dà avvio alla propria attività a Ragusa occupandosi prevalentemente di interventi su immobili preesistenti e di architettura d’interni. Fonda l'UpA - Ufficio per l'Architettura - la cui finalità è l'approfondimento del rapporto tra l'architettura, la fotografia e le arti figurative organizzando mostre, eventi, incontri e piccole iniziative editoriali.
Nel 1998 vince il I° premio nel concorso Europan 5: “I nuovi paesaggi residenziali, spostamenti e prossimità” per l’area Antico Corso di Catania.
Nel 1999 è premiato con la menzione nel concorso di progettazione per il riordino degli spazi viari antistanti il Palazzo Comunale e la chiesa di S. Bartolomeo e la riqualificazione edilizia dei sistemi urbani prospicienti piazza Umberto e piazza del Popolo a Floridia e nel 2000 consegue il rimborso spese nel concorso d’idee “Roccanormanna” per la valorizzazione della collina storica di Paternò. Nel 2006 si aggiudica la menzione d’onore nel concorso d’idee per la trasformazione dell’area su cui sorge l’edificio delle Poste e la riqualificazione dello stesso a Modica.
Nel 2012 viene segnalato al Premio “Architettura Oggi” e nel 2014 viene premiato con la menzione speciale al Premio InArch/Ance Sicilia.
Dal 2004 al 2012 collabora con l’arch. Roberto Collovà alla realizzazione del progetto vincitore del concorso internazionale per la riqualificazione del centro storico della città di Gela.