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In città come in una piccola borgata di paese: ecco Borgo Hermada

Il progetto ricompone il tessuto urbano di un quartiere collinare di Torino, recuperando l’aggregato di un ex convento e alcune ville settecentesche

+studio architetti | Mediapolis Engineering | TRA Architetti

Borgo Hermada. In città come in una piccola borgata di paese
Scritto da Redazione The Plan -
Hanno partecipato al progetto Ceramiche Keope, Ceramica Vogue

A Torino, in zona pedecollinare, accanto alla Chiesa neogotica di San Massimo, sorgeva il complesso dell’ex Convento delle Suore di Nostra Signora di Carità del Buon Pastore. L’aggregato comprendeva quattro edifici, disposti a formare un piccolo borgo racchiuso attorno a una corte centrale e immerso nel parco della collina digradante verso la città: la settecentesca Villa Angelica, il Palazzo Redentore, edificato a inizio del Novecento, e due piccoli edifici rurali, casa San Martino e casa della vigna.

Il progetto di Mediapolis Engineering, svolto in collaborazione con + Studio Architetti e TRA Architetti, è intervenuto sul complesso con la volontà di ricucire il legame tra il costruito e il tessuto urbano circostante, armonizzando e riequilibrando i volumi tra loro e con il contesto circostante.

 

Un gioco di pieni e vuoti

Borgo Hermada, +studioarchitetti, TRA Architetti e Mediapolis Engeneering ©Fabio Oggero, courtesy of the studios

Il progetto ha previsto la riconversione a fini residenziali di Palazzo Redentore e di Villa Angelica, con la realizzazione di due nuovi volumi nella porzione est del lotto.

A livello urbanistico, gli edifici sono totalmente indipendenti e sono idealmente collegati dalla corte centrale, segnata da giardini e percorsi interni, che funge da spazio comune tra i fabbricati e al contempo da collegamento con la strada, creando uno spazio ibrido tra la sfera pubblica e quella privata, una sorta di piccola piazza intima e raccolta, uno spazio urbano che rafforza la ricucitura con il contesto. La corte offre l’accesso pedonale a tutti gli edifici del complesso, grazie ai percorsi che si snodano al suo interno e che sono fiancheggiati da un muro in paramano e da piacevoli angoli verdi.

Come elemento di continuità tra tutti i fabbricati è infatti stato creato un basamento in laterizi a vista, sia all’interno della corte, sia sui prospetti che danno su strada. Questo elemento si ricollega anche ai muraglioni che caratterizzano la prima porzione di Strada Val San Martino. Su questa quinta architettonica è possibile leggere uno dei tratti caratterizzanti del progetto: un gioco di pieni e vuoti, modulato sia per fini compositivi sia estetici. Sul basamento, infatti, una sequenza di lesene e aperture dà ritmo al prospetto, offrendo la possibilità di ricavare aperture verso l’interno e nicchie per l’illuminazione notturna della facciata.

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Linguaggi architettonici diversi

Borgo Hermada, +studioarchitetti, TRA Architetti e Mediapolis Engeneering ©Fabio Oggero, courtesy of the studios

Diverso è il linguaggio architettonico utilizzato nel recupero di Palazzo Redentore e di Villa Angelica.

Per il primo, è stato scelto uno stile minimale e contemporaneo, soprattutto verso l’esterno, dove un volume in intonaco chiaro sovrasta il basamento in laterizio, riprendendo la scansione geometrica delle lesene attraverso alte e strette aperture, che seguono le proporzioni originarie con leggeri disallineamenti. La facciata interna, studiata per essere in dialogo stilistico con l’abside della chiesa, è invece scandita dalla maglia regolare dei terrazzi in acciaio, che percorrono tutta la lunghezza del prospetto e presentano elementi brise soleil orizzontali in laterizio. A completare la composizione in alzato dell’edificio, sono i prospetti di testa, caratterizzati da un tradizionale profilo a doppia falda inclinata e scavati da loggiati rivestiti in legno naturale, da cui godere di ampie viste su Torino.

Diverso è l’intervento su Villa Angelica, la cui testata presenta una facciata in lamiera pressopiegata preverniciata e retroilluminata e un nuovo avancorpo che enfatizza la simmetria dei volumi originari, di cui sono riproposti i serramenti in legno originari, le fasce marcapiano e le lesene.

Infine, i due fabbricati più piccoli delimitano il confine orientale del lotto e segnano un cambio di scala nelle proporzioni, mediando una transizione tra città e collina, con piccoli volumi articolati e rivestiti in intonaco di colore grigio chiaro.

 

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Credits

Location: Turin, Italy
Client: Compagnia Immobiliare Hermada
Architects: Mediapolis Engineering with + Studio Architetti and TRA Architetti
Main Contractor Cogefa spa Costruzioni Generali

Suppliers:
Ceramiche Keope, Ceramica Vogue

Photography: © Fabio Oggero courtesy of Mediapolis Engineering

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