Bogen, il bistrot dei fiori che fa rivivere i mercati medievali
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Bogen, il bistrot dei fiori che fa rivivere i mercati medievali

È frutto di un progetto di rinnovo di un antico laboratorio artigianale

noa* network of architecture

Bogen, il bistrot dei fiori che fa rivivere i mercati medievali
Scritto da Redazione The Plan -

Tra via dei Portici e la vicina via dei Carrettai – com’era chiamata una volta – si sono scritte pagine importanti della storia mercantile di Bolzano, un territorio vivace e che ha visto transitare per i suoi vicoli, le sue piazze e i magazzini tanti dei commercianti medievali attivi tra l’Italia e il nord Europa. Molte di quelle tracce, sopravvissute nel corso dei secoli, sono ancora oggi visibili, fino a rivivere in spazi rinnovati ma fedeli alla loro origine e alla loro tradizione.

In quella che oggi ha preso il nome di via Dr. Streiter, costruita ripercorrendo il tracciato del fossato settentrionale del primissimo insediamento cittadino e caratterizzata da un fronte stradale piuttosto compatto, è facile individuare tra gli archi medievali ancora presenti una casa bassa, di soli due piani, chiamata Haus am Gang e ora trasformata in un bistrot dallo stile bohémien dal nome Bogen. Qui, con un progetto di interior design ricercato e allo stesso tempo conservativo, noa* network of architecture è intervenuto in quello spazio al piano terra che nel XIX secolo era il laboratorio di calzolai, falegnami, carrettieri, commercianti di legname e frutta; poi diventato il primo ristorante della via. Come fosse la vita tra il Settecento e l’Ottocento lo racconta un dipinto ritrovato proprio durante i lavori:

«Nel corso della nostra ricerca su quella che allora si chiamava via dei Carrettai abbiamo trovato un dipinto del pittore Richard Wolff – racconta Stefan Rier, fondatore di noa* e architetto a capo del progetto –, un fermo immagine affascinante della vita a cavallo del XVIII e XIX secolo. In primo piano si vede il portone d’entrata di Bogen, esattamente dove si trova oggi».

 

Un bistrot con richiami storici e sottoposto a tutela monumentale

Bogen, noa* network of architecture ©Alex Filz, courtesy of noa* network of architecture

Se lo stretto rapporto con la storia è ben percepibile lungo la via, lo stesso vale per l’interno di Bogen; un richiamo che è già ben evidente dal nome. Bogen, in tedesco, significa infatti “arco”, elemento strutturale conservato e identitario del locale già a partire dall’ingresso e, ancor di più, dei suoi meandri. L’arco di entrata è stato allargato, per poi installare un serramento in metallo nero tripartito, dal carattere essenziale ed elegante, che segue l’andamento a sesto ribassato e che permette una buona illuminazione naturale. All’interno, invece, lo studio ha fatto ruotare l’idea di valorizzazione dello spazio (di quasi 19 m di profondità) intorno all’accento sui quattro archi ai lati e sull’illuminazione: le curvature degli archi sono esaltate da faretti, mentre i tavoli sono illuminati da una luce puntuale. Tranne che per i due tavoli nella parte finale, non ci sono singoli pendenti e l’illuminazione aggiuntiva è risolta con lampade a stelo.

 

Un locale dall’atmosfera bohémien

Bogen, noa* network of architecture ©Alex Filz, courtesy of noa* network of architecture

Per un clima romantico e a tratti bohémien, il tema floreale è stato esaltato fino a renderlo il vero protagonista dell’interior e, in special modo, del lungo bancone centrale sormontato da un’installazione di cesti di fiori dai toni delicati e soft e lampade pendenti in rattan a opera della padrona di casa, l’artista Roswitha Mayr. «La volta fiorita si è imposta subito come fulcro dell’interior design – aggiunge Silvia Marzani, interior designer di noa* –. I cesti capovolti ricolmi di fiori secchi sono un’immagine suggestiva che sintetizza la caducità ma al contempo la bellezza della vita che scorre», temi ripresi anche dalle immagini e dai colori delle pareti. Già così il bancone potrebbe essere definito un unicum nel suo genere, eppure presenta anche altri dettagli del tutto personali e identitari: le sei gambe sono una diversa dall’altra, quasi a voler indicare un tavolo di fortuna che una famiglia ha recuperato per sé; e poi la sua leggerezza nello spazio, nonostante l’imponenza.

 

Tra socialità e intimità

Bogen, noa* network of architecture ©Alex Filz, courtesy of noa* network of architecture

Il bancone centrale è un invito alla socialità, alla condivisione tra più persone, ma i tavolini fanno da contrappunto con la loro intimità e la protezione data dalla posizione sotto gli archi. La sensazione di privacy è accentuata in corrispondenza della prima coppia di archi, dove le pareti sono rivestite da un tessuto con una stampa floreale e, allo stesso tempo, le sedute sono ricavate nelle rientranze del muro. Lo stesso costante dialogo tra passato e presente lo si può percepire nelle sedie, alcune nuove in legno e stoffa, altre vintage riverniciate.

«In questo progetto abbiamo voluto curare ogni dettaglio – conclude Silvia Marzani –, riuscendo nell’intento di realizzare un design coerente, dal forte carattere contemporaneo seppur in un ambiente vecchio di secoli. Un passo nel presente e nel passato di Bolzano allo stesso tempo».

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Prix Versailles 2022

Bogen, noa* network of architecture ©Alex Filz, courtesy of noa* network of architecture

Alla fine del 2022, a Bogen è stato assegnato lo Special prize Interior 2022 per la categoria Restaurants del Prix Versailles 2022, il premio associato all’Unesco con l’obiettivo di promuovere una migliore interazione tra affari e cultura, mettendo in luce il meglio dell’architettura commerciale contemporanea. La giuria del Prix Versailles 2022 è stata presieduta dal filosofo Gilles Lipovetsky e ha contato su personalità provenienti da discipline diverse, come l’architetto Thom Mayne, la DJ Charlotte de Witte e il regista Mahamat-Saleh Haroun. Nelle edizioni passate, la giuria ha annoverato anche Bjarke Ingels, Patricia Urquiola, Massimo Bottura e Steve McCurry.

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Credits

Location: Bolzano, Italy
Architects: noa* network of architecture
Client: Roswitha & Benjamin Mayr
Completion: 2021
Area: 188 m2
Photography by Alex Filz, courtesy of noa* network of architecture

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