Bing Concert Hall
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Bing Concert Hall

Ennead Architects

Bing Concert Hall
Scritto da Ennead Architects -

La Stanford University, culla di molti tra i migliori talenti della Silicon Valley, è stata così generosamente ricompensata da questi ultimi da essere criticata per favorire la tecnologia a discapito dell'arte. L'infondatezza di tale accusa è stata comprovata dalla realizzazione di un nuovo polo artistico ai margini del campus: la Bing Concert Hall, un'architettura dagli elevati standard qualitativi illustrata qui in seguito. Ennead Architects, studio con sede a New York nato dalla Polshek Partnership, si è assicurato la progettazione di questo auditorium per concerti acustici.In collaborazione con lo studio Nagata Acoustics, universalmente riconosciuto per la creazione di spazi musicali in tutto il mondo, Ennead ha concepito un progetto esemplare, capace di rispondere alla vivace cultura musicale di Stanford e di arricchire la San Francisco Bay Area.
La struttura cilindrica a pianta ovale in cemento armato garantisce l'isolamento acustico dell'intero auditorium, in grado di ospitare ben 842 sedute. Caratterizzato da pareti stuccate su tonalità ocra, viene circoscritto da una pluralità di ambienti, quali foyer d'ingresso e sala prove, magazzino e servizi.Le ampie vetrate si aprono sullo Stanford Arboretum e fungono da elemento di connessione tra interni ed esterni, mentre la presenza nel cuore del foyer di un albero recintato in vetro pone la natura all'interno dell'edificio. La semplicità dell'approccio esalta il carattere scenico dell'architettura. Si notano all'istante i rimandi alla Walt Disney Concert Hall di Gehry Partners e alla Philharmonie di Berlino di Hans Scharoun rispettivamente nelle sedute e nella struttura a terrazze. Richard Olcutt, Partner di Ennead, afferma, “ci siamo presentati a colloquio con la committenza con quattro progetti diversi.Il cliente ha da subito espresso una forte preferenza per gli spalti terrazzati “a vigneto”, mentre si è arrivati alla forma ovoidale solo grazie alla collaborazione con il tecnico del suono Yasu Toyota”.
Come per la Disney Hall, il progetto della Bing, frutto di un intenso dialogo tra architetto e tecnico del suono, si attesta su eccellenti livelli qualitativi sia in termini di acustica, sia in termini di visibilità del palco. La grande differenza sta nelle dimensioni: la Disney conta infatti 2500 sedute, mentre la Bing al massimo un terzo.Controllare il suono quando deve percorrere una distanza minore è più semplice; tuttavia gli architetti hanno dovuto confrontarsi con un'ardua sfida poiché, come sostiene un esperto, risulta più difficile fare librare le onde sonore in piccoli spazi. “Abbiamo inviato a Yasu modelli 3D Rhino per consentirgli di misurare con i suoi software la riflessione del suono in millisecondi; la prima volta ha commentato in risposta “La classica fortuna del principiante – non è male!”. “Yasu, continua Olcutt, ha abbinato la ricerca della perfetta distribuzione del suono all'attenzione per la psicoacustica – la percezione uditiva affinata da percezioni sensoriali. Non ci ha mai imposto nulla, ma ci sono stati alcuni punti su cui ha insistito fortemente”.
In particolare l'altezza. In precedenza, Olcutt ha speso parole di elogio per la Zankel Hall, un nuovo spazio per la musica da camera scavato nel sottosuolo di Manhattan al di sotto della leggendaria Carnegie Hall. In quel caso, il budget ha limitato l'altezza a soli 9 metri, mentre qui la copertura riflettente è sospesa ben 14 metri sopra il palco centrale. Quest'ultimo, montato su ascensori idraulici, può essere alzato o abbassato in sezioni ed è contraddistinto da una colorazione in cedro giallo dell'Alaska, ideale per esaltarlo e sottolinearne la centralità. Le pavimentazioni in acero e le balaustre in faggio attorno alle sedute trasmettono un senso di calore, mentre le pareti in cemento sono nascoste da increspature di intonaco fibrorinforzato dalle delicate tonalità di grigio. Le superfici sono modellate per diffondere il suono riflesso dai pannelli inclinati che si innalzano a loro volta sino al soffitto. Gli stessi pannelli, la cui convessità si contrappone alla concavità delle pareti, hanno un rivestimento in polimeri fibrorinzorzati (FRP) dai toni caldi e luminosi, capace di alternarne i volumi e richiamare alla mente vele spiegate al vento. Queste ultime indirizzano l'occhio sino alla canopea della copertura che ospita l’illuminazione e attrezzature meccaniche. Olcutt e il suo team si sono adoperati nel progettare uno spazio proteso verso l'alto – “più simile a una cappella che a un teatro, in grado di rievocare una tenda grazie alla sua luminosità” – ma al contempo ancorato al terreno dalla ricchezza delle tonalità e dalla materialità dei vari componenti lignei. Gli architetti volevano sfruttare la luce naturale, ma il cliente si è opposto, ritenendola una fonte di distrazione. Così sono stati inseriti dei LED nella parte superiore dell'auditorium, al fine di creare un cono di luce e simulare una finestra nascosta. All'interno lo spazio si eleva verso l'alto e si avverte un'atmosfera intima: musicisti e pubblico sono idealmente raccolti quasi a formare un cerchio attorno a un falò. La prima fila di sedute è infatti sullo stesso livello del palco, mentre l'ultima è a soli 23 metri di distanza. I tendaggi in tessuto, collocati tra i pannelli e sul fondale, possono essere disposti per regolare l'acustica a seconda dell'evento in programma (dalle conferenze ai concerti con amplificatori). Come ci si può aspettare, gli studenti di Stanford si dilettano di musica elettronica quanto di jazz, e le loro esigenze si discostano da quelle di un solista o di un quartetto d'archi. La Bing Concert Hall cancella i confini fisici e fonetici al fine di promuovere un senso di scoperta e piacere universale, sia per gli artisti sia per il pubblico.


Michael Webb

Location: Stanford, California, USA
Client: Stanford University
Site Area: 22.000 m2
Gross Floor Area: 10.500 m2
Architects: Ennead Architects
Design Partner: Richard Olcott
Management Partner: Timothy Hartung
Senior Designer: Stephen Chu
Project Manager: Steven Peppas
Project Architects: Chris Andreacola, Mahasti Fakourbayat, Greg Clawson
Project Team: Gary Anderson, Andrew Burdick, Jeff Geisinger, Kyo Jin, Joerg Kiesow, Stephen Kim, Lindsay McCullough, Charmian Place, Yong Roh, Andy Sniderman, Aimee St. Germain, Na Sun, Marcela Villarroel-Trindade, Todd Walbourn, Desiree Wong

Consultants
Acoustics: Nagata Acoustics America
Theater: Fisher Dachs Associates
Sound Isolation/Noise Control: Robert F. Mahoney & Associates
Audio: Sonitus
Video: Boyce Nemec
Structural: Degenkolb Engineers
Mechanical/Plumbing: Taylor Engineering
Electrical: The Engineering Enterprise
Landscape Architect: Office of Cheryl Barton
Sustainability: Atelier Ten
Lighting Design: Brandston Partnership
Curtain Wall: Heintges & Associates
Security: Safir Rosetti
Graphics: Kate Keating Associates, Propp + Guerin
Loose Furniture: RMA Design Studios
Parametric Modeling: CASE
Renderings/Animations: Crystal
Physical Models: Situ Studio, Gemmiti Model Art

Suppliers
Rainscreen Metal Panels: Pohl Inc. of America
Curtain Wall: Walters and Wolf
Glass: Viracon
Entrances: Ellison Balanced Doors
Sliding Doors: Walters and Wolf
Acoustical Ceilings: BASW Aphon
Theatrical Rigging: J.R. Clancy
Theatrical Lighting and Systems: ETC-Electronic Theater Controls
Seats: Ducharme Seating
Stage Lifts: Gala Systems
Cabinetwork and Custom Woodwork: Imperial Woodworking
Acoustic and Specialty Plaster: California Drywall
Composite Surfaces: Kreysler and Associates
Stone Floors: Rocamat

Photography: Jeff Goldberg/ESTO

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