Centro Diurno Terapeutico Alzheimer
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Centro Diurno Terapeutico Alzheimer

Studio Davanzo Architetti

Centro Diurno Terapeutico Alzheimer
Scritto da Francesco Pagliari -

Il progetto identifica strategie d’attenzione nella concezione degli spazi interni e nella correlazione con gli spazi esterni: il fine di un Centro diurno terapeutico per pazienti affetti da Alzheimer in uno stadio non completamente degenerativo della malattia è quello di mantenerne il più a lungo possibile le capacità residue. L’architettura del Centro di Castelfranco Veneto diviene quindi un “campo” in cui individuare strumenti di facilitazione per i pazienti, costituendo un ambiente di tipo “familiare”, riconoscibile, facile da utilizzare e attento alle necessità sensoriali e cognitive dei pazienti, presenti nel numero massimo di trenta. L’obiettivo, esplicito, si rivolge al benessere degli ospiti del Centro diurno, nella valutazione rigorosa delle correlazioni fra la concezione degli spazi e lo sviluppo dell’attività di ausilio terapeutico. L’edificio, quindi, si propone di fornire un’agevole leggibilità degli spazi interni ai pazienti, costituendo gli ambienti come luoghi specifici, ma percettivamente unitarii e fruibili senza corridoi distributivi né cesure funzionali; la porzione d’edificio riservata agli ospiti si forma quindi come un nucleo esteso che diviene familiare alla percezione per la possibilità di un’identificazione costante attraverso funzioni ed attività. Nello stesso tempo, la flessibilità degli spazi consente di organizzare configurazioni ottimali, suddividendo od accorpando unità funzionali all’interno degli ambienti. Spazi riconoscibili, aggregati fra loro senza ricorrere a collegamenti privi di identità: la disposizione di pianta concentra al lato ovest dell’edificio gli ambienti per i pazienti su un unico livello, unisce gli spazi e li relaziona con facilità all’esterno, ai percorsi perimetrali protetti, ai percorsi delineati nell’area a giardino. Il lato ad est, collegato al piano superiore, prevede gli ambienti per il funzionamento del Centro, gli spazi per gli operatori, la biblioteca e gli uffici, con la distribuzione assicurata da un corridoio laterale; al piano interrato si situano depositi e spogliatoi -. Gli accorgimenti dell’architettura si accordano a una visione che si dedica al benessere dei pazienti adattando l’edificio alle loro necessità nella considerazione che il mantenimento delle loro capacità residue è un obiettivo fondamentale e un bene prezioso. Rendere accoglienti e d’immediata percezione gli ambienti interni per i pazienti significa intervenire contrassegnando pareti e soffitti con una coloritura chiara e unitaria; la sala da pranzo si situa in posizione centrale nell’edificio, in un’ulteriore accezione di ambiente familiare; le pavimentazioni divengono omogenee come per un grande ed unico spazio, che si dipana senza porre difficoltà d’orientamento. I materiali contribuiscono a formare un ambiente domestico, con il legno che assume un ruolo di protagonista, mentre il calcestruzzo a vista contrassegna gli elementi strutturali e le pareti di confine. La luminosità viene controllata e filtrata, servendo anche da ausilio all’orientamento: le grandi vetrate della parte per i pazienti affacciano su aree confinate, ricche di vegetazione, spazi correlati ed utili per il movimento degli ospiti. Allo stesso modo, le porzioni del muro esterno in calcestruzzo forniscono altri mezzi per filtrare la luce, con i fori tronco-conici (a base più larga verso l’interno) che punteggiano regolari e fitti le superfici di parete. L’edificio si colloca in una zona già identificata come luogo di assistenza, per la presenza della Casa di Riposo, progettata negli anni Settanta da Giuseppe Davanzo e Livia Musini - genitori di Martina, che ne continua l’opera -. Lo sviluppo del prospetto a sud è indicativo di una visione funzionale ed espressiva, che suggerisce un’idea di misurata contemporaneità: i volumi si differenziano con evidenza, la copertura a falde sui volumi in sequenza segna un ritmo pacato. La suddivisione funzionale si esprime nelle differenze di volume: il corpo destinato al personale, alle attività amministrative e di studio si struttura su due livelli, con scala metallica di accesso obliqua ad ulteriore elemento distintivo, per materiale e per colore, scuro sul fondo di parete chiaro; mentre la porzione per i pazienti è ad un solo livello. Anche il trattamento della parete esterna contribuisce a contraddistinguere le parti funzionali: calcestruzzo a forature tronco-coniche nella porzione per gli ospiti, con la parte centrale per l’ingresso e l’accoglienza che corrisponde all’altezza minore del corpo edilizio e si distingue per l’accento delle aperture vetrate. Falde e corpo dei lucernai emergono dal volume chiaro dell’edificio per l’elegante ed accesa coloritura rossa.

 

Francesco Pagliari   

Luogo: Castelfranco Veneto, Treviso
Anno di realizzazione: aprile 2016
Superficie lorda: 935,40 m2
Architetto: Davanzo Architetti
Design Team: Martina Davanzo, Carlo Calderan
Responsabile sviluppo progetto: Federico Povegliano
Committente: Centro Residenziale per Anziani “Domenico Sartor” (IPAB)
Direzione dei lavori: Studio 5, Studio C&P
Appaltatore: Intercantieri Vittadello (primo stralcio), Comin Costruzioni Generali (secondo stralcio)

Consulenti
Strutture: Giovanni Cocco, Andrea Cantarini
Impianti tecnici: Studio Benozzi
Impianti elettrici: Studio Giacometti
Certificazione energetica: Francesco Coppo

Fornitori
Casseri: Alpi
Ascensori: Carraro Ascensori
Pavimentazioni: Architop, Forbo Resilienti
Lavori di falegnameria: Falegnameria Nagà
Lavori in metallo: Massimo Pasqualato
Serramenti: Falegnameria Nagà, Eku
Sistema a montanti e traversi: Falegnameria Nagà
Partizioni in cartongesso: Knauf, Gypsotech
Isolamento: Rockwool Italia
Sistema di climatizzazione: Mitsubishi Electric Europe
Impianto elettrico: Bticino
Illuminazione: Viabizzuno, Fontana Arte
Rivestimenti e pavimentazioni: Ragno
Arredo bagno: Pozzi Ginori, Agora
Rubinetteria: Zucchetti
Porte: Label, Krona Koblenz, Ninz
Arredo cucina: Euroarredi Veneto
Verde: Vivai Voltarel

Serramenti: Schüco International Italia
Partizioni in cartongesso: Fassa Bortolo
Rivestimenti e pavimentazioni: Marazzi Group​


Fotografie: © Alessandra Chemollo

Davanzo Architetti
Giuseppe Davanzo inizia la propria attività a partire dalla seconda metà degli anni '50 affiancato da Livia Musini, che negli anni si dedicherà sempre di più alla progettazione del verde. Dal 2008 a Martina Davanzo è affidato il compito della continuità e la sistematizzazione del ricco archivio di materiali dello studio, che ha portato all'allestimento di una mostra retrospettiva nel 2016 e alla pubblicazione del libro A margine del mestiere nel 2017. Lo studio si è sempre caratterizzato per l'attività di ricerca, sperimentazione, affrontando i molteplici temi della progettazione. Dai concorsi-appalto degli anni '60-70 per importanti opere pubbliche, fra cui il Foro Boario di Padova, vincolato nel 2008 dalla Soprintendenza, alla progettazione del verde anche in ambito storico a partire dagli anni '80. Dagli anni '70 fino agli anni 2000 lo studio si è anche occupato dell'allestimento di mostre d 'arte (Rimini, Treviso, Venezia e Firenze). Fra gli ultimi incarichi il restauro e il recupero di un bene vincolato, palazzo Marcati a Treviso, trasformato in sede bancaria (2007-2013) e il centro diurno per Alzheimer a Castelfranco Veneto (2009-2016). Molti dei lavori di Davanzo Architetti sono stati oggetto di pubblicazioni, premi, segnalazioni e mostre in Italia e all'estero.

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