Patrik Schumacher: Ciberspazio e autopoiesi dell’architettura - Zaha Hadid Architects
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Patrik Schumacher: Ciberspazio e autopoiesi dell’architettura

Zaha Hadid Architects

Zaha Hadid Architects (ZHA)

Considerato uno degli studi di architettura più visionari del nostro tempo, Zaha Hadid Architects (ZHA) ha ridefinito, grazie a collaborazioni con committenti d’eccellenza, l’architettura del XXI secolo con un repertorio di progetti che hanno catalizzato l’attenzione di tutto il mondo. Dal 1979, anno della sua fondazione a Londra, lo studio ha guadagnato nel tempo fama internazionale per la straordinaria creatività, ricevendo i più importanti riconoscimenti del mondo dell’architettura, fra cui il Premio Stirling e il Premio Pritzker, prima donna ad ottenerlo. I suoi 40 anni di attività sono stati caratterizzati da una ricerca e sperimentazione formale e concettuale, inscritta in ciascun progetto. Forma e spazialità si intersecano nella struttura degli edifici in attenta relazione con il contesto. Ogni realizzazione si traduce in un nuovo landmark urbano che diventa un segno importante nel profilo della città e in una forte indicazione operativa per il futuro, combinando i concetti di integrazione e connettività con l’innovazione tecnologica e il design. Il linguaggio organico dei progetti, ispirato alla natura, fa assomigliare le strutture realizzate a dei paesaggi fluttuanti. La composizione dinamica degli interni crea complesse e sinuose geometrie curvilinee, inducendo un’interazione continua tra fruitore e spazio architettonico. Il rigore matematico e la fluidità delle forme architettoniche generano ambienti di grande impatto sensoriale che evidenziano una precisa chiarezza organizzativa. Le architetture progettate esprimono una visione avveniristica nel rispetto della tradizione distaccandosi nettamente da un’adesione convenzionale alle tradizioni formali. Grazie alla progettazione digitale, all’uso innovativo di materiali e tecnologie di costruzione, ZHA è leader mondiale nell’applicazione del Building Information Modeling (BIM) per la progettazione, la costruzione e la gestione degli edifici. Con questa impostazione riesce a incrementare l’efficienza energetica, riducendo significativamente i tempi e i costi di produzione, il consumo di energia e al minimo le emissioni di carbonio nell’ambiente, offrendo soluzioni pratiche alle sfide decisive della nostra era. ZHA conta circa 950 progetti realizzati in tutto il mondo, di cui 60 attualmente in corso. Il team è composto da oltre 400 professionisti altamente qualificati che lavorano con passione e impegno per portare avanti fedelmente l’eredità lasciata dall’architetto Zaha Hadid.

Patrik Schumacher

Patrik Schumacher, attuale direttore di Zaha Hadid Architects, ha iniziato la sua carriera all’interno dello studio nel 1988 e ha svolto nel tempo un ruolo determinante nel suo sviluppo facendone uno dei brand più importanti di architettura e design a livello mondiale. L’architetto, di origine tedesca, ha studiato filosofia, matematica e architettura a Bonn, Stoccarda e Londra conseguendo la laurea in Architettura nel 1990. Attualmente è membro dell’Accademia di Belle Arti di Berlino e docente all’Università di Innsbruck. Dal 1996 è membro del Royal Institute of British Architects (RIBA). Nello stesso anno ha fondato il Design Research Laboratory presso l’Architectural Association di Londra dove continua a insegnare e nel 1999 ha completato il dottorato di ricerca presso l’Institute for Cultural Science dell’Università di Klagenfurt. Dal 2003 è partner e co-autore di tutti i progetti dello Studio Zaha Hadid Architects e nel 2010 ha vinto, assieme a Zaha Hadid, il Premio Stirling del Royal Institute of British Architects per l’eccellenza in architettura con il MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo a Roma. Patrik Schumacher tiene attualmente conferenze in tutto il mondo e di recente ha ricoperto la cattedra di architettura John Portman presso il GSD di Harvard. Negli ultimi 20 anni ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste e antologie di architettura. Nel 2008 fonda la disciplina da lui chiamata parametricismo e da allora ha pubblicato una serie di manifesti che lo promuovono come il nuovo stile o linguaggio architettonico del XXI secolo. Tra il 2010 e 2012 pubblica i due volumi di “The Autopoiesis of Architecture”, manifesto che descrive la progettazione parametrica come nuovo programma di ricerca. Patrik Schumacher è riconosciuto come uno dei più importanti pensatori della contemporaneità nel campo dell’architettura, dell’urbanistica e del design. Ciberspazio e autopoiesi dell’architettura Il ciberspazio è la dimensione in cui si svolgeranno nel prossimo futuro tutte le principali azioni e innovazioni architettoniche. Qualsiasi scelta all’interno di questo spazio coinvolge le tre fasi della teoria architettonica di Patrik Schumacher: il progetto organizzativo, il progetto fenomenologico e il progetto semiologico. Quest’ultimo è l’elemento cruciale. Siccome tutti gli spazi urbani non sono mai soltanto semplici contenitori fisici che trasportano e canalizzano corpi o oggetti, ma sempre anche spazi di percorrenza e interazione, il loro carattere comunicativo, ricco di informazioni, è l’essenza stessa di tutti i ciberspazi. Progettare opere architettoniche, reali o virtuali, implica lo sviluppo di un linguaggio spazio-visivo che sia capace di aumentarne la capacità comunicativa, per creare ambienti ricchi di informazioni leggibili che promuovano nuove forme di interazione sociale a tutti i livelli.

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