Sede Confcooperative di It's | THE PLAN
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Sede Confcooperative di It's | THE PLAN
Scritto da It's -

Il progetto per la nuova sede di Confcooperative ha previsto il recupero di un edificio storico di fine Ottocento situato nel tessuto consolidato di Roma, dove nel corso del tempo, alla tipologia originaria si sono sovrapposti numerosi interventi che ne hanno modificato i principi di impianto, la distribuzione e l’articolazione degli spazi. L’edificio si articola su sei piani e sviluppa un superficie complessiva di circa 4.000 m2. “Il gruppo Confcooperative è una realtà aziendale articolata, con identità molteplici che cooperano all’interno di un’unica struttura; questa duplice natura, univoca e specifica, ha indirizzato il progetto verso un linguaggio neutro, in grado creare un’immagine riconoscibile della società, ma anche di poter accogliere le diverse esigenze delle differenti realtà professionali presenti”, spiega Alessandro Cambi, partner di It’s. Il progetto di It’s definisce un equilibrio rispetto ai diversi tempi che convivono nell’edificio, creando una dialettica tra tracce originarie ottocentesche e segni contemporanei, e si confronta costantemente con due momenti differenti: quello storico, rintracciato attraverso il recupero della struttura tipologica originaria – liberata da tutti gli elementi che ne compromettono l’identità - e quello contemporaneo, introdotto attraverso la costruzione della nuova architettura. Brani di mura storiche si alternano a sottili pareti di vetro, materie classiche come il marmo si accostano a materie leggere come l’alluminio riflettente, una parete verde verticale riquadra la geometria della corte in pietra. Il progetto è stato occasione di ricerca e sperimentazione per la valorizzazione e il restauro del patrimonio con un approccio BIM, che ha interessato tutte le fasi, dal processo progettuale, alla produzione degli elementi di cantiere, alla futura gestione dell’edificio. In BIM sono stati elaborati il progetto, il programma e la gestione del cantiere: attraverso il modello popolato di dati è stato possibile seguire la vita dell’edificio durante la sua attività e in particolare rispetto ai consumi ed usi dello spazio. “La ricognizione dello spazio è avvenuta inizialmente con un rilievo laser che ha restituito una radiografia dell’edificio di cui abbiamo potuto conoscere lo stato strutturale nel dettaglio, i reali spessori delle murature, le cavità nascoste e non accessibili”, spiega Matteo Sarrocco, BIM manager di It’s. Il marmo bianco Carrara è la materia prevalente usata per i pavimenti interni, rielaborato in chiave contemporanea attraverso una riduzione in lastre sottili dal tono latteo, ognuna dimensionata e prodotta attraverso l’uso del modello BIM e del taglio numerico. Il processo di riduzione della materia caratterizza anche le partizioni verticali divisorie tra gli spazi di lavoro, costituite da lastre di vetro di spessore minimo altamente performanti, zigrinate per aumentare la riflessione della luce esterna verso le parti più interne dell’edificio e creare un pattern per conferire privacy visiva ai singoli uffici. La luce interna è stata progettata e valutata attraverso l’uso di simulazioni controllate con il modello BIM, che hanno permesso di individuare il rapporto ottimale tra luce naturale e luce artificiale. La distribuzione verticale è stata ridisegnata, assecondando la posizione della scala originaria, sostituita da un nastro in marmo bianco e acciaio riflettente, che riunisce i vari livelli. L’elemento è stato assemblato fuori opera e ogni pannello di finitura in acciaio è stato controllato geometricamente con taglio laser attraverso il modello digitale. Il BIM ha garantito inoltre un dialogo costante con l’edificio, assimilandolo a un organismo vivo e attivo, e una rapidità di esecuzione dell’intervento: 15 mesi dall’inizio della progettazione fino alla sua completa realizzazione. Il cantiere ha così assunto una nuova dimensione di artigianato digitale che ha integrato la conoscenza delle maestranze con l’uso dell’innovazione tecnologica. La densità del tessuto ottocentesco porta con sé il tema complesso di captare e riverberare la luce. Con un’operazione che in parte si è ispirata alle architetture di Luigi Moretti rielaborata in chiave contemporanea, il progetto intende trasferire una luce diffusa negli interni e riverberarla in ogni aspetto, intervenendo sulle materie, le cromie, sul disegno della sezione. Il marmo bianco Carrara è il materiale scelto per i pavimenti interni, rielaborato in chiave contemporanea attraverso una riduzione in lastre sottili; il marmo verde Alpi ed il rosa del Portogallo sottolineano le parti comuni dell’edificio, identificando con una policromia materica gli spazi ad uso collettivo. La distribuzione verticale è stata ridisegnata, assecondando la posizione della scala originaria e sostituita da un nastro in marmo bianco e acciaio riflettente, che riunisce i vari livelli raggiungendo il terrazzo dell’edificio, ripensato come giardino pensile sospeso e restituito all’orizzonte della città. “La scala per un edificio è ciò che è il cuore per l’organismo umano: distribuisce i flussi e regola le intensità all’interno. Abbiamo svuotato il vano che conteneva la scala e pensato ad un nuovo elemento in acciaio riflettente, facendo sì che la luce attraversi questo grande vuoto, dalla sommità alla base per 21 m di dislivello: una sorta di obelisco cavo che misura la luce e il passaggio del sole”. Anche all’esterno, la ricerca di luminosità ha influenzato le azioni principali di intervento, in particolare quella legata all’uso del bianco per il trattamento dei prospetti “L’uso del bianco - spiega Alessandro Cambi - ha reso omogenee le increspature, modanature, cornici riportandole ad una purezza di linee essenziali, che sono come in attesa di trovare un nuovo significato nel tempo contemporaneo”. Grazie a questa scelta, l’edificio cambia la propria presenza urbana, divenendo oggetto portatore di luce all’interno del tessuto e innescando un nuovo sistema di relazioni cromatiche, che lo rendono elemento intermedio dell’asse tra Chiesa di Santa Susanna e la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Location: Rome, Italy
Completion Date: 2018
Client: Confcooper Società Cooperativa
Architect: It’s
Gross Floor Area: 4.100 m2
Main Contractors: Consorzio Consital, CEA Cooperativa Edile Appennino, L’Operosa impianti

Consultants
BIM:
Parallel Digital
Structural: Dedalo Ingegneria
Plant Equipment: AG&C Associati
Safety Coordinator: Francesco Bindi
Landscape Design: Paisà

Suppliers
Furniture: Arper, Vitra, Danese, Artemide
Marble: B-Stone

Photography: © Francesco Mattuzzi, courtesy of It’s

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