Bibliothèque nationale de France, sfogliare secoli di storia
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Bibliothèque nationale de France, sfogliare secoli di storia

Antichità e contemporaneità si valorizzano a vicenda tra opere, collezioni e architettura

Bruno Gaudin Architectes | Virginie Brégal

Bibliothèque nationale de France, sfogliare secoli di storia
Scritto da Redazione The Plan -

«Qui si può vedere la storia del mondo, con collezioni che vanno dall’antichità ai giorni nostri e che raccontano, in particolare, le relazioni tra la Francia e il globo intero». Con queste parole il consigliere scientifico e culturale della biblioteca nazionale di Francia (BnF), Gennaro Toscano, ha celebrato la riapertura di questo luogo iconico nel cuore di Parigi, un vero e proprio punto di accesso privilegiato alla tradizione secolare di discipline che vanno dalla musica alla letteratura, fino alla cartografia e tante altre ancora. Ma è la stessa architettura a ricoprire un ruolo fondamentale in questo viaggio continuo tra presente e passato, grazie a un progetto e a successivi lavori della durata superiore alla decade: grazie alla firma dello studio Bruno Gaudin Architectes con Virginie Brégal, in occasione delle giornate europee del Patrimonio 2022 questo immenso luogo votato alla cultura già a partire da secoli addietro è tornato a essere aperto al pubblico con l’ulteriore sviluppo, tra le altre cose, di spazi espositivi, di aree di connessione e di un nuovo chiostro. Dopo 15 anni di lavori, sviluppatisi in più fasi dunque, l’intera struttura del sito in rue Richelieu – conosciuta comunemente dai parigini come Quadrilatero – è pronta a far risentire il suo dialogo tra epoche, a far rivivere il passato senza rotture con esso attraverso scelte architettoniche conservative ma, allo stesso tempo, assai contemporanee, maggiormente funzionali e al passo con i tempi odierni.

La complessità di questo lungo intervento è data dalla natura stessa dell’edificio oggetto del recupero, sviluppato in momenti successivi tra il XVII e il XX secolo, e dai milioni di documenti conservati al suo interno, motivo per cui si è proceduto in due stralci successivi, preceduti da un approfondito studio storico e strutturale finalizzato alla valorizzazione delle potenzialità dello storico palazzo. Ed è proprio nel trattamento di tutti gli spazi nella loro interezza, complessità e interconnessione che risiede anche l’unicità dell’intervento rispetto ai numerosi del passato non necessariamente interdipendenti tra loro: è la prima volta che il Quadrilatero viene analizzato e preso in carico interamente. Una nuova connessione che, tra le altre cose, passa anche attraverso la passerella vetrata esterna sopraelevata di collegamento tra l’ala est e l’ala ovest; ma questo è solo un esempio.

Come hanno sottolineato gli architetti stessi, è stato proprio attraverso la coerenza degli interventi, la scelta dei materiali, l’organizzazione degli ambienti e della circolazione tra di essi e un maggior senso di apertura che è stato possibile raggiungere un assemblaggio tra arte, architettura, letteratura, musica di Francia e d’Europa.

 

Il giardino Vivienne, la hall e la scala d’onore

Bibliothèque nationale de France (BnF), Bruno Gaudin Architectes & Virginie Brégal ©Takuji Shimmura, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

La ricerca di apertura e di trasparenza risulta evidente già a partire dal nuovo ingresso alla BnF, ora possibile anche dal lato rivolto verso rue Vivienne grazie all’omonimo chiostro esterno, i cui colori utilizzati per le parti pavimentate riprendono il rosso e i toni chiari delle facciate. Il giardino, in un gioco di fluidità che parte dall’esterno e si amplia verso l’interno, è collegato alla hall d’ingresso posta a sua volta davanti alla caratteristica Sala Ovale ricoperta di scaffali e libri fino al soffitto. Ad attrarre l’occhio, una volta varcata la soglia d’accesso a questa hall, è una scala d’onore dalle linee morbide e sinuose visibile al di là di tre arcate a tutto sesto, parte integrante del nuovo complesso di corridoi e di collegamenti precedentemente inesistenti: in stretta e continua connessione con il Vestibolo Labrouste dedicato alla consultazione di preziosi volumi, garantisce continuità tra le diverse ali del piano terra.

Proprio per il suo ruolo fondamentale nella nuova filosofia distributiva della biblioteca, la scala d’onore diventa un manifesto di pensiero, di scelta progettuale e architettonica: lungi dal volerla nascondere, in quanto mero sistema di servizio, questa è ora il fulcro di più spazi e di più livelli interconnessi grazie a una completa reinterpretazione della precedente. Una fonte di ispirazione secondo gli stessi progettisti che, oltre ad avere una personalità a sé stante, è arricchita proprio grazie all’interazione con gli altri spazi a essa connessi: tale approccio analitico e forte di una visione complessiva dalla nuova biblioteca è stato indispensabile nel convincere anche i più scettici nella sostituzione della precedente scalinata. A conferire personalità alla sua struttura materiali e colori, in primis l’alluminio e il metallizzato tendente all’argento, con sfumature che variano a seconda dell’incidenza della luce. È l’illuminazione naturale a giocare un ruolo determinante nell’apertura di nuove visuali e diverse prospettive rispetto al passato, con il giardino, la hall e il vestibolo in un legame inscindibile.

 

La Sala Ovale

Bibliothèque nationale de France (BnF), Bruno Gaudin Architectes & Virginie Brégal ©Takuji Shimmura, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

Una delle stanze più iconiche della biblioteca nazionale è la Sala Ovale, caratterizzata dalle sue forme e dalle strutture morbide a richiamare l’immagine di un’elica che sale dal basso verso l’alto ritmata dalle librerie e dagli archi: preesistenza e contemporaneità dialogano qui integrandosi senza rotture, richiamandosi al contempo con le linee della nuova scala. Questa sala, infatti, è andata incontro a una completa ristrutturazione, senza tuttavia tradire i tratti del passato: questi, al contrario, sono stati trattati come fonte di ispirazione per le nuove strutture, le quali hanno anche il merito di essere dei link con il passato.

Rovere e legno preverniciato color alluminio sono anche qui i materiali prevalenti per gli arredi e le scaffalature curve, complessivamente valorizzati – al pari delle decorazioni – tanto dalla luce naturale proveniente da lucernari e oculi quanto da quella artificiale inserita tra le forme sinuose dell’ambiente. Talvolta l’effetto è di un fascio di luce che nasce direttamente dalla base degli alti archi.

 

La Sala di lettura Labrouste

Bibliothèque nationale de France (BnF), Bruno Gaudin Architectes & Virginie Brégal ©Marchand Meffre, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

Iconica per la sua capacità di unire epoche e stili passati con tendenze contemporanee è anche la Sala di lettura Labrouste, il cui nome conserva le tracce del suo progetto originario del 1875. Tuttavia qui si sono succeduti numerosi interventi nel corso dei decenni, rendendo lo spazio uno dei più espressivi dell’approccio dell’atelier di Bruno Gaudin di stratificazione del portato architettonico. Il primo passo è stato pertanto quello dell’eliminazione di quanto aggiunto nel tempo di non essenziale – come doppi montalibri, doppi soffitti o scaffalature aggiuntive – permettendo così di trasformare un’area adibita a solo archivio in una sala di lettura incentrata intorno alla navata centrale e al valore dell’apertura.

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Il museo e gli spazi di lavoro

Bibliothèque nationale de France (BnF), Bruno Gaudin Architectes & Virginie Brégal ©Takuji Shimmura, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

La seconda fase dei lavori ha riguardato anche il piano superiore con le sue sale museo dalle collezioni enciclopediche, a partire dalla Sala delle Colonne, dalla Galleria Mazzarino fino al Salone Louis XV, alla Sala di lettura dei manoscritti e della musica, a quella delle fotografie e delle carte geografiche o, ancora, a quella delle arti performative. Dal piano del museo, inoltre, un’alta vetrata si affaccia sulla Sala Ovale.

Tra gli altri numerosi interventi, il programma del Quadrilatero ha anche riguardato la realizzazione di nuovi spazi di lavoro per il personale, all’interno dei quali il comfort è garantito da elementi architettonici al contempo di design e di benessere.

Un progetto dunque che, nella sua complessità, si apre sempre più ai visitatori, affermando allo stesso tempo la ricchezza storica del luogo e le esigenze contemporanee di una biblioteca attuale.

>>> Leggi anche il report pubblicato su THE PLAN 141 dedicato alla Biblioteca nazionale d’Austria.

 

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Credits

Location: Paris, France
Architects: Bruno Gaudin Architectes & Virginie Brégal with Raphaele Le Petit project manager assisted by Guillaume Céleste, Nicolas Reculeau and Céline Becker
Completion: 2022
Area: 69.036 m² (Net Internal Area)
Technical engineering: Egis bâtiments with Régis Lelièvre project manager
Lighting engineer/designer: 8’18’’
Architect in chief of Historic buildings: Jean-François Lagneau
Lighting engineer for the Labrouste Room: Cabinet Cizel

Photography by Takuji Shimmura and Marchand Meffre, courtesy of Bruno Gaudin Architectes

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