Casa Ricardo Pinto
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Casa Ricardo Pinto

Correia Ragazzi Arquitectos

Casa Ricardo Pinto
Scritto da Francesco Pagliari -
Una parcella rettangolare, stretta e lunga in un tessuto urbano a media densità, nella città di Porto: il progetto interviene con atteggiamento di ricerca e di approfondimento, per individuare soluzioni abitative di raffinata ideazione e di elegante decoro. La casa si affaccia verso strada con un fronte stretto, in cui già appaiono chiari i caratteri dell’architettura che compone volumi e distingue immagini: nel prospetto si introduce una forma tripartita, ricca di dichiarazioni. L’ingresso si pone di sguincio, protetto dal piano superiore che aggetta lievemente, la porta d’accesso accanto ad una vetrata che rivela allo sguardo soltanto “silhouettes”; sul prospetto insiste, senza gravare visivamente, il volume superiore privo di aperture e rivestito di “azulejos cinetici”, che rendono dinamica e leggera l'intera fascia superiore, per l’effetto della luminosità riflessa sulle piastrelle rettangolari a doppia faccia in rilievo. Accanto, il portone d’ingresso al garage si immerge in una tessitura di lamiere metalliche. La struttura compositiva del prospetto annunzia i punti del ragionamento architettonico: integrazione di volumi e partizioni decorative, relazione intensa con la luce, trasformazione dei vincoli (la consistenza geometrica della parcella, le servitù nei confronti delle case adiacenti…) in valorizzazioni dello spazio abitativo attraverso il progetto. La casa è introflessa, guarda al proprio interno e compone una varietà di relazioni nella sequenza dei volumi e nella connessione con gli spazi aperti che vengono ricavati all’interno della parcella: uno spazio a verde intermedio ai due volumi in cui si suddivide l’abitazione, a loro volta collegati da uno stretto corridoio lungo la parete di confine verso sud, e uno spazio al fondo della parcella, specchio d’acqua in cui si rispecchia l’ambiente della cucina-pranzo. Introflessione, con un raffinato percorso di ambienti e distillate qualità nel progetto dell’illuminazione naturale, che costruisce e modula tensioni dinamiche negli ambienti. Lo spazio di soggiorno, appena al di là dell’ingresso, si definisce come un luogo meditativo: la scansione degli spazi è fluida e nello stesso tempo accuratamente determinata, lo spazio dell’ingresso scorre, trasformandosi nel corridoio longitudinale, e le pareti attrezzate ad armadi separano dal soggiorno, con naturalezza. L’ampia vetrata a tutt’altezza sullo spazio aperto intermedio fornisce luce naturale e un margine libero ed arioso su cui appoggiare lo sguardo. Sul corridoio, insiste la scala di collegamento al piano superiore, luogo in cui si raggruppano le stanze da letto e l’atelier: una scala sospesa, che non grava né si appoggia a terra, si eleva con rilievo scultoreo in grande levità, immersa in una luminosità composita, fra la riflessione opacizzata attraverso la vetrata su strada e i frammenti di luce zenitale provenienti dal piano superiore. La luce diviene componente architettonico-scultorea: il corridoio al piano superiore, che distribuisce le tre stanze da letto e dà accesso all’atelier, riceve luce zenitale, da un lucernario a cupolino e da aperture in serie sulla copertura. Ne deriva una scansione luminosa progressiva che definisce lo spazio alternando i settori, con lame di luce diretta unite ad una sorta di diffusione: nel corridoio si percepisce una dinamica visiva per accompagnare lo spazio, articolata fra i vari elementi, la scala, la parete continua nei toni soffusi del grigio, gli accessi alle stanze, una forma che persegue e dichiara obiettivi di eleganza e di raffinatezza. La casa possiede un tono di delicatezza, che induce ad acutizzare le minime percezioni sensoriali, come in un quadro che si compone punto per punto, nello scoprire lentamente gli spazi, rendendosi conto dei volumi, delle direzioni suggerite dall'architettura. L'edificio si mostra come due corpi a differenti dimensioni che propongono un dialogo frammentato, ma ricomponibile nell'unità dell'architettura: a due piani fuori terra, il volume verso strada parla il linguaggio delle materie esperibili con il tatto, della luce che cade sulle superfici e le compenetra, delle piastrelle di “azulejos”, che offrono colori e sfumature, dei percorsi interni permeati di un'atmosfera astratta. Il volume sul fondo della parcella, vetrato e teso fra i due spazi aperti, misura un senso di attenuazione verso uno spazio colloquiale, pur nel proprio rigore geometrico: uno spazio che si rende permeabile e si apre alle correlazioni nell'intorno delle zone aperte.
Francesco Pagliari

Luogo: Porto, Portogallo
Committente: Privato
Anno di Realizzazione: 2012
Superficie Costruita: 280 m2
Architetti: Correia/Ragazzi Arquitectos
Design Team: Inês Ruas, João Marques, Nuno Vasconcelos, Rita Breda, Tiago Costa
Impresa di Costruzione: Almeidas & Magalhães

Consulenti 
Strutture, Impianti Idraulici: Glser
Impianti Elettrici: Genco

Fotografie: © Luís Ferreira Alves

Correia/Ragazzi Arquitectos
Correia/Ragazzi Arquitectos è stato fondato da Graça Correia (Porto, Portugal, 1965) e Roberto Ragazzi (Poggio Rusco, Italy, 1969), che hanno sviluppato in questa veste progetti individuali e comuni.
Graça Correia si è laureata alla FAUP (Faculdade de Arquitectura do Porto) nel 1989 e ha collaborato con duardo Souto de Moura fino al 1995, anno in cui ha iniziato il suo percorso individuale come architetto, anche se nel 2000 ha iniziato una partnership con lo studio come co-autrice di alcuni progetti, tra cui la Rehabilitation of the Robinson Factory a Portalegre. Ha sostenuto la sua tesi PhD nel 2006 presso la UPC (Universitat Politécnica da Catalunha) che è entrata nei finalisti del concorso ARQUIA 2007. Autrice di numerosi articoli, nel 2008 ha pubblicato il libro Ruy “Athouguia: A Modernida em Aberto” e nel 2013 il libro “Ruy D’Athouguia” all'interno di una collana sugli architetti portoghesi. Dal 1990 ha insegnato in diverse università; al momento insegna presso la FAUP e fa parte del consiglio di direzione della Universidade Lusófona di Porto.
Roberto Ragazzi si è laureato allo IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) nel 1997 con la tesi “Città di Treviso. Un progetto per le aree: ex-scalo Motta, stadio ed ex-Foro Boario”. Tra il 1998 e il 1999 ha lavorato con lo studio professionale di modellismo per architettura di Alvaro Negrello, a Porto. Dal 2000 al 2005 è stato coordinatore di progetto presso lo studio di architettura di Virginio Moutinho. Il lavoro di Correia/Ragazzi Arquitectos ha ricevuto molti riconoscimenti, nazionali ed internazionali, e ha partecipato a diverse mostre e pubblicazioni. I due titolari hanno svolto lezioni e sono stati relatori di convegni in numerose università.

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