La tipologia del rifugio montano rappresenta da sempre una bella sfida per un progettista. Condizioni atmosferiche estreme, siti dove spesso è impossibile realizzare fondazioni tradizionali, necessità di costruzione rapida, dimensioni minime che richiedono un’alta razionalizzazione nella distribuzione degli spazi interni. Tutto questo ne ha fatto recentemente un luogo di sfida tecnologica e un ottimo argomento di studio presso le scuole di architettura, dove il tema è spesso dato agli studenti per tutte queste caratteristiche che offrono, senza possibilità di scissione, l’opportunità di progettare operando una perfetta commistione fra sapere architettonico e tecnica ingegneristica. Quando poi l’esercizio didattico si può tradurre in realtà, ecco che avviene quel piccolo grande miracolo che è la realizzazione di un prototipo.
Ultimo a cimentarsi in quest’avventura lo studio sloveno OFIS arhitekti, che insieme a una cordata di sponsor e volontari ha realizzato sul Monte Skuta, la terza più alta cima delle Alpi di Kamnik, poste a nord di Lubiana, un rifugio con caratteristiche uniche. Il progetto nasce da un corso progettuale tenuto presso la Harvard Graduate School of Design nel primo semestre del 2014 da Rok Oman e Špela Videčnik, i fondatori di OFIS. Durante lo studio project, tredici studenti hanno elaborato dodici soluzioni tenendo conto dell’architettura vernacolare slovena, mantenuta come base storica e semantica per il bivacco alpino, e applicando via via diversi parametri al variare delle condizioni di luogo, scelta dei materiali costruttivi e catalogando i risultati ottenuti in una specie di regesto di possibili soluzioni innovative, pratiche e soprattutto applicabili. A fine corso, come base lavorativa per passare dallo studio al prototipo, è stato selezionato il progetto sviluppato dagli studenti Frederick Kim, Katie MacDonald ed...
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