La Hans-Sachs-Haus rappresenta un tassello fondamentale nella storia di Gelsenkirchen, città nel bacino della Ruhr: dall’ideazione nel 1920, fino al restauro e alla recente riapertura.
La facciata in mattoni con gli spigoli arrotondati, la variazione delle aperture come interfaccia di ciò che avviene all’interno sono riferimenti espliciti dell’architetto Alfred Fischer al Bauhaus, emanazione culturale e artistica della visione sociale e democratica della Repubblica di Weimar (1919 - 1933).
La Hans-Sachs-Haus venne concepita per essere un centro civico, una casa di cultura in grado di ospitare eventi musicali, teatrali, sportivi, conferenze, mostre, un hotel, una biblioteca e diversi uffici comunali, nonché uno dei più grandi organi da concerto. Dopo la parziale distruzione alla fine della seconda guerra mondiale e la progressiva dismissione negli anni ’60 - ’70, la decisione dei politici locali di demolire l’edificio fu contrastata dalla popolazione in favore del suo restauro e della sua riapertura.
Oltre alla facciata storica, unico elemento protetto dell’edificio, l’eredità della Hans-Sachs-Haus trascende il suo valore storico-architettonico, per rappresentarne uno identitario, più profondo e radicato nella memoria dei cittadini, abituati ad usarlo come luogo della comunità.
Il progetto di gmp, vincitore del concorso per la ristrutturazione, restituisce in chiave contemporanea l’eredità moderna di Fischer, sia da un punto di vista funzionale che materiale.
Da un punto di vista programmatico, una piazza interna all’edificio, in sostituzione dell’addizione del 1950, reinterpreta il concetto di luogo d’incontro: la facciata vetrata verso ovest permette una completa permeabilità con la piazza adiacente.
Gli spazi interni ospitano oggi gli uffici municipali senza escludere la vocazione multifunzionale...
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